il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, presentando il suo piano di investimenti per i prossimi tre anni ha affermato: “I contributi degli stati membri al Fondo per gli investimenti non saranno conteggiati nel deficit e nel debito”. “Se uno stato mette del capitale nel fondo per gli investimenti, non considereremo questo contributo nella valutazione che facciamo nel quadro del Patto di stabilità e crescita”, ha spiegato Juncker. Che ha però anche aggiunto: “Non tradiremo le regole del Patto di stabilità e crescita che abbiamo tutti concordato”. I contributi degli stati al fondo, che nascerà con una dotazione di 21 miliardi, sono comunque volontari, e verranno usati per progetti in tutti i paesi Ue sulla base di una selezione effettuata dalle autorità europee. Lo scomputo non riguarda i finanziamenti che i paesi effettuaranno direttamente a favore di specifici progetti.
“Oggi l’Europa cambia pagina dopo anni passati a ristabilire la credibilità di bilancio e a promuovere le riforme, ha esordito Juncker, precisando che il piano di investimenti rappresenta il modo di “chiudere il cerchio” insieme a riforme e disciplina di bilancio.
“Spesso sento dire che serve denaro fresco, ma in realtà, ha spiegato il presidente della Commissione Ue, quello di cui abbiamo veramente bisogno è un nuovo inizio e nuovi investimenti. Non ci serve creare nuovo debito, ma possiamo usare l’abbondante liquidità del bilancio Ue”.