Come Moscovici, anche Juncker è tornato a grandi linee a parlare dei problemi legati allItalia, agli equilibri finanziari internazionali, alle doverose limitazioni ed al rispetto delle regole di equilibrio ed alla necessità di andare oltre il concetto della flessibilità legato allItalia.
In effetti Juncker è stato estremamente chiaro, asserendo che la Commissione non ha alcuna intenzione di aggiungere flessibilità a flessibilità per lItalia, aveva detto il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, gelando le flebili speranze che lEuropa potesse ammettere la Manovra italiana.
Juncker ha detto che “abbiamo affrontato brevemente le questione dei bilanci degli Stati” e che “il premier italiano Conte ha presentato la situazione italiana con verve. Non ci sono state, dunque, reazioni perchè la Commissione sta esaminando il progetto. Non abbiamo pregiudizi negativi sullItalia e la Commissione esaminerà il bilancio con lo stesso rigore e la stessa flessibilità che usiamo per i bilanci di tutti gli altri paesi”.
E fonti Ue avevano fatto filtrare che lo stesso Moscovici avrebbe portato a Tria il documento. Indiscrezioni alle quali Conte ha risposto via Facebook, facendo sapere che il passo “non preoccupa”.
E proprio guardando ai mercati è intervenuto Mario Draghi, il governatore della Bce, alla riunione dei capi di Stato e di governo dellUnione monetaria: “Mettere in discussione le regole allinterno della Ue può portare a un peggioramento delle condizioni nel settore finanziario e di qui a un danno alla crescita”.
Non cè “evidenza che indebolire tutte le regole portare alla prosperità”, ha spiegato il governatore, “ma comporterà un prezzo alto per tutti. Le regole devono essere rispettate nellinteresse di tutte le parti, specialmente di quelle più deboli. Ma lo scontro tra punti di vista opposti può essere superato in modo costruttivo da una maggiore cooperazione e nel caso dellunione economica e monetaria da maggiore integrazione. Non cè unalternativa costruttiva, per questo il rispetto delle regole è essenziale quanto lapertura a cambiamenti verso una integrazione più profonda”.