Terminata la cerimonia di insediamento della nuova amministrazione alla Casa Bianca, Joe Biden non perde tempo e firma 17 ordini esecutivi. Razzismo, pandemia, immigrazione, crisi economica e ambiente sono i temi interessati, nel segno della discontinuità con la presidenza Trump. “Non c’è momento migliore per iniziare che l’oggi”, ha detto il neopresidente. “Credo che con la situazione in cui si trova il Paese non ci sia tempo da perdere. Dobbiamo metterci subito al lavoro”.
I provvedimenti
Obbligo di mascherina, rientro degli Stati Uniti nell’Organizzazione mondiale della sanità e nell’accordo sul clima di Parigi, stop alla costruzione del muro anti-migranti con il Messico sono tra gli ordini esecutivi più importanti. Tra questi anche l’abrogazione del muslim-ban, il criticato provvedimento voluto da Trump che limitava l’ingresso negli States ai cittadini provenienti da Libia, Iran, Somalia, Siria, Yemen, Corea del Nord e Venezuela.
Agiremo “non solo per cancellare i danni più gravi dell’amministrazione Trump – si legge in una nota presidenziale – ma anche per far iniziare ad avanzare il Paese. Queste sono azioni audaci e rappresentano il primo passo per realizzare le promesse fatte”. I nuovi ordini esecutivi sono “un buon punto di partenza – ha chiosato Biden – anche se c’è ancora tanta strada da fare”.
Dopo l’atteso rientro nell’accordo di Parigi, John Kerry, ex segretario di Stato e inviato speciale del presidente per il clima, ha detto che il Paese si muoverà “con umiltà e ambizione” perché “non c’è tempo da perdere nell’affrontare il cambiamento climatico”.
Rapporti con la stampa
Tra le novità introdotte, anche la ricostruzione dei rapporti con la stampa, stravolti durante il mandato dell’ex Commander in chief repubblicano. “La priorità è riportare verità e trasparenza nelle conferenza con la stampa”, ha detto Jen Psaki, nuova portavoce della Casa Bianca, aggiungendo che la prima chiamata di Joe Biden a un leader straniero sarà indirizzata al premier canadese Justin Trudeau.
Mario Bonito