Pur di non mandare in porto il Jobs act, Grillo è pronto a dialogare con il Pd. Ai Dem, infatti, Grillo offre una ’tregua’ pur di “mandare a casa” il governo Renzi. I Dem rispondono picche. “Caro Grillo e’ il tuo populismo il vero nemico della sinistra”, dice Roberto Speranza. “Grillo e’ un piccolo Ayatollah e non sa cosa sia un partito e il valore prezioso del dibattito interno”, risponde Miguel Gotor. “Renzi lo ha detto: bisogna uscire dal Novecento. Loro rischiano di portarci fuori dal Novecento, solo che ci portano nell’800”, ammonisce Nichi Vendola. “Se Renzi diventa l’alfiere delle battaglie storiche della destra e’ un problema suo. Io credo – chiarisce il leader Sel – che non si tratti di difendere le ragioni della sinistra, si tratta di difendere l’idea del lavoro, altrimenti avremo sempre piu’ lavoro sporco e povero e poco competitivo”.
E’ l’esponente di Area riformista Miguel Gotor a ribattere a Grillo che “la minoranza del Pd e’ impegnata a migliorare la delega lavoro per rafforzare l’azione del governo, con una discussione seria sul merito di singoli punti qualificanti che interessano la vita concreta di milioni di persone. Rispediamo quindi al mittente la sua provocazione, che ha l’unico obiettivo di indebolire il Pd e, come al solito, di creare confusione”. “Non credo che dobbiamo rispondere a stupide provocazioni. Far cadere Renzi sarebbe da irresponsabili”, conviene Gianni Cuperlo, deputato Pd e leader di Sinistradem.