Lipotesi che circola nelle ultime ore è quella di un caso di omonimia tra il ragazzo e leffettivo ricercato, cosa che avrebbe spinto Amid a presentarsi alle autorità. La ricerca, però, non si è concentrata soltanto su questi indagati ma, anzi, ha coinvolto anche altre sette persone fermate, di cui quattro a Reims, come conferma il primo ministro Manuel Valls. Una precauzione doverosa per riconoscere, al più presto, gli assassini che hanno colpito al grido Allah Akbar (Dio è grande). Un grido, di solidarietà stavolta, si è levato anche da tutte le testate mondiali per rivendicare la libertà di stampa. Stampa, quella di Charlie Hebdo, che si divertiva a rappresentare con vignette, a volte un po spinte, volti noti al mondo musulmano, partendo da uomini politici e finendo con Maometto. Da qui le prime minacce, sempre respinte duramente dal direttore Charb. Rimarrà indimenticabile la sua ultima vignetta, rappresentante un talebano con tanto di kalashnikov in spalla e promessa di auguri prima della fine di Gennaio. Questo, si trova su tutti i quotidiani oggi, accanto al racconto delluccisione assurda di 12 uomini, tra cui 4 vignettisti famosi e proprio il direttore Charb. Quotidiani uniti da un solo grido, di pace. Je suis Charlie.