Gay Center ‘rispolvera’ un post datato 2012 di Marcell Jacobs – classe 1994 e oro olimpico a Tokyo 2020 – e via social accusa l’atleta di aver utilizzato un “linguaggio transfobico”. Linguaggio dal quale chiede ora di prendere le distanze, schierandosi a favore dei diritti della comunità Lgbt+. Nel post dell’agosto di 9 anni fa, l’allora non ancora 18enne Jacobs raccontava della “figura di m….” dell’amico Alessandro che, si legge, “balla davanti a un trans”. Troppo per Gay Center, che su Twitter rilancia il post e rimanda a un lungo commento pubblicato su Instagram.
“Ci segnalano un post – si legge – dove il centometrista Marcell Jacobs , oro olimpico di Tokyo, utilizza un linguaggio transfobico nei confronti delle persone trans. Diversi anni fa Jacobs aveva infatti denigrato un suo amico, colpevole, secondo lui, di aver ballato con una ragazza trans, tra l’altro definita al maschile con le parole ‘un trans’. Un linguaggio sicuramente da condannare, in quanto stigmatizza le persone trans, come se ballare con una ragazza trans fosse qualcosa da evitare e di cui vergognarsi. Ci auguriamo che Jacobs – si legge ancora – prenda le distanze da tale affermazione, ricordando che è proprio tale linguaggio escludente che crea omofobia e transfobia, e per cui le persone si sentono isolate per quello che semplicemente sono”.
Jacobs, continua Gay Center, “ha il dovere di schierarsi a favore dei diritti e per questo ci aspettiamo che aiuti l’Italia a correre in tale direzione. Noi immaginiamo un Jacobs diverso dai cattivi esempi che abbiamo avuto nello sport italiano. Dalle parole omofobe di Fognini nel tennis, fino alle dichiarazioni di Gattuso che sono costate la panchina al Tottenham , tornando indietro fino agli Europei in cui Antonio Cassano denigrava le persone omosessuali. Oggi – spiega ancora il Centro – c’è invece uno sport che corre molto più veloce degli omofobi. Dai coming out olimpici di Bruni, Enogu e Boari, fino al tuffatore Tom Daley che destina i ricavati delle proprie azioni sociali alle case di accoglienza LGBT. Vettel, al Gran Premio di Ungheria, ha invece indossato una maglia rainbow contro le politiche discriminatorie di Orban. Ci piacerebbe che Jacobs facesse lo stesso percorso di Emanuele Mauti, pallanuotista che si scusò per alcuni scivoloni omofobi del passato e chiese scusa durante il Pride di Latina del 2017”. Poi l’invito: “Aspettiamo Jacobs al Rieti Lazio Pride l’11 settembre. Quale città più di Rieti, simbolo dell’atletica e pronta ad ospitare il Pride, può essere lo scenario migliore per far correre verso i diritti il paese intero”.
Dopo il post di Gay Center, però, molti utenti si sono schierati nei commenti in favore dell’atleta. Al centro delle proteste, la giovane età di Jacobs nel 2012, ma anche l’inconsistenza delle accuse mosse. “Jacobs aveva 17-18 anni 9 anni fa. Voglio proprio vedere come eravate tutti a quell’età. Tutti perfetti ed educati immagino”, “che poi, se quel post è transfobico dovremmo invocare un nuovo tribunale di Norimberga con condanne a morte immediate per almeno 4 quotidiani italiani…”, “mi sfugge la parte transfobica del post”, “17 anni aveva…a sto punto andiamo a prendere le conversazioni delle medie e facciamo il processo a tutti. Madonna che pagliacci che siete”, “tweet del 2012 quando era praticamente ancora un bambino”, “è un atteggiamento ridicolo questo oltre che dannoso per la comunità, nostro obiettivo è migliorare, fare in modo che le persone cambino atteggiamento e idea non certo fare gogne su post vecchi di anni”, “cadere così nel ridicolo pur di fare qualche interazione. Andate a cag… e ve lo dice una che dovreste rappresentare, ma faccio volentieri a meno”, sono solo alcuni degli ultimi commenti apparsi sotto il tweet.
+++JACOBS: SPUNTA POST TRASNFOBICO. PRENDA DISTANZE E SI UNISCA A CORSA DEI DIRITTI+++https://t.co/j8QhsNF3DF pic.twitter.com/OKJ4VTHjJ5
— Gay Center (@gaycenter_it) August 3, 2021