Il giorno d’oro dello sport italiano alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha i volti di Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs. In 20 minuti, tra le 14.35 e le 14.55 italiane, i due azzurri scrivono una pagina di storia: prima il trionfo nel salto in alto, poi quello nella finale dei 100 metri. Una doppietta stellare, che scolpisce la data del 1 agosto 2021 negli annali dello sport tricolore e lascia il segno sulla spedizione dell’Italia Team ai Giochi nipponici.
Tamberi vola a 2,37, conquistando il gradino più alto del podio ex aequo con il qatariota Mutaz Essa Barshim. Il 29enne marchigiano esplode quando il trionfo è realtà. L’impresa è compiuta, l’incubo di 5 anni fa – con le Olimpiadi di Rio cancellate in extremis da un grave infortunio – è cancellato. ‘Gimbo’ corre, salta, crolla a terra in lacrime. Quando si alza, avvolto dal tricolore, è il primo ad abbracciare l’altra metà della medaglia d’oro italiana. Jacobs taglia il traguardo in 9”80, nuovo record europeo, e si prende ‘la’ gara delle Olimpiadi: i 100 metri sono suoi, nell’albo d’oro il suo nome succede a quello di Usain Bolt, signore della velocità per 3 edizioni dei Giochi.
“Guardo Gianmarco e penso ‘ma abbiamo vinto davvero, non è che è un sogno e tra poco ci svegliano?’ E’ stato tutto fantastico. Ero concentratissimo, sapevo che potevo fare qualcosa di importante ed è stato fatto, sono la persona più contenta al mondo in questo momento”, dice Jacobs nel vortice di interviste e dichiarazioni, interrotte solo dalla telefonata ‘live’ del premier Mario Draghi. “I giornalisti stranieri mi facevano domande in Italiano. Io sono solo nato in Texas, a 10 mesi ero in Italia, l’Italia è la mia nazione. Sono contento di aver portato in alto questa bandiera”, ripete.
“La mia è una storia molto particolare e se mi avessero raccontato 5 anni fa di quest’oro olimpico avrei avuto i brividi”, dice Tamberi riavvolgendo un nastro su cui sono incise delusioni, lacrime, sacrifici. “Questi anni sono stati molto difficili, ho sempre messo lo sport avanti per cercare di riuscire in questa impresa che sembrava quasi impossibile dopo quell’infortunio: oggi non ho vinto l’Olimpiade, ho fatto qualcosa di molto più grande. A Rio avrei vinto l’Olimpiade qui ho fatto qualcosa di immenso”, aggiunge.
“In questi anni l’ho detto più volte che non ho gioito per i piccoli traguardi: puntavo ad essere questo giorno l’uomo più felice al mondo, per questo dico che Marcell è il secondo uomo più felice. Sapevo che per me sarebbe stata una giornata magica. Prima di andare allo stadio ho scritto ‘It’s my day’. Penso che non ci credesse più nessuno, io invece ero convinto che sarebbe stata la mia sera”.