A ben guardarle, le statistiche relative agli incidenti stradali censiti nel 2015 mostrano segnali preoccupanti: se è vero che è rallentato il numero di incidenti e di feriti (non gravi), sono però aumentate le vittime della strada. Evidentemente quei pochi incidenti che si verificano hanno però conseguenze devastanti. Tanto per cambiare, fra le principali cause di tali sciagure: velocità elevata, guida distratta, e mancato rispetto della distanza di sicurezza (nel complesso il 38,9% dei casi). Comportamenti errati endemici, tanto è che le sanzioni comunemente applicate per le violazioni al codice della strada, riguardano proprio leccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e, una vera e propria piaga sociale, luso del telefono cellulare alla guida. Dunque, per laprima volta dal 2001, come spiegano le percentuali, è tornato a crescere (+1,4%) il numero delle vittime, a fronte di una flessione dell’1,4% degli incidenti e dell1,7% dei feriti. Dicevamo il paradosso che sono diminuiti i feriti, ma non quelli gravi: circa 16mila contro i 15mila del 2014 (+6,4%). Lo evidenzia il workshop ’Incidentalità stradale: strumenti innovativi nella misurazione e valorizzazione di nuove fonti per l’analisi del fenomeno’, presentato oggi da Istat e Aci, nel corso del quale sono stati resi noti i dati definitivi degli incidenti stradali, dopo quelli provvisori anticipati nel luglio scorso. Complessivamente, si apprende, in Italia nel 2015 si sono verificati 174.539 incidenticon lesioni a persone (478 in media ogni giorno), che hanno provocato 3.428 decessi (9,3/g.) e 246.920 feriti (478/g.). Rilevante laumento della mortalità nei grandi Comuni: +8,6%, nel complesso, il numero delle vittime nellabitato. Motociclisti (773, +9,8%) e pedoni (602, +4,1%) le categorie con il maggior numero di vittime; in calo, invece, le vittime tra automobilisti (1.468, -1,5%), ciclomotoristi (105, -6,3%) e ciclisti (251, -8,1%).
M.