Da giorni si continua a parlare di una ‘possibile intesa’ tra Italia Viva e la Lega, ma le cose stanno davvero così? “non c’è nient’altro oltre a quello che abbiamo sempre fatto sulle riforme costituzionali e la legge elettorale: la ricerca di un dialogo ampio”, tiene a specificare Gennaro Migliore di Italia Viva. Dunque un punto d’incontro c’è, ma è solo in virtù “Della legge elettorale. Per noi Salvini è un avversario politico, lo abbiamo mandato a casa e speriamo ci resti, speriamo che il governo duri il più a lungo possibile. Però se Salvini apre un’interlocuzione sulla legge elettorale, perché no? Chi dice il contrario – aggiunge il membro di Italia Viva – dice una cosa paradossale e falsa. Anche perché già in altre situazioni, mi riferisco ad esempio alla prescrizione sulla quale siamo contrarissimi, noi non siamo mai usciti dal campo delle forze di maggioranza, per noi noi stiamo facendo ogni sforzo per avere un rapporto organico con la maggioranza. Sulle regole è sempre opportuno che vengano condivise dal più ampio arco di forze possibile. Il Rosatellum è stato votato anche dalla Lega, il tavolo delle riforme fu avviato da Giorgio Napolitano con tutte le forze politiche… questo senso di pruderie e voyerismo fa vedere cose diverse da quelle cose che sono ma la perversione sta negli occhi di chi guarda…”.
Le regole è opportuno vengano da più forze possibile
Oltretutto, spiega ancora Migliore, “Sulle regole è sempre opportuno che vengano condivise dal più ampio arco di forze possibile. Il Rosatellum è stato votato anche dalla Lega, il tavolo delle riforme fu avviato da Giorgio Napolitano con tutte le forze politiche… questo senso di pruderie e voyerismo fa vedere cose diverse da quelle cose che sono ma la perversione sta negli occhi di chi guarda…”.
Uniti per scongiurare il modello spagnolo
Quando si chiede se alla base dell’ipotetico ‘fronte’ con Salvini vi sia in realtà lo scopo di scongiurare il modello spagnolo della legge elettorale, Migliore osserva: “Noi non abbiamo paura di niente. La parola ‘paura’ legata alla legge elettorale non ha senso. Noi abbiamo proposto al tavolo della maggioranza uno sbarramento al 5%, ecco non parlerei di paura. E lo abbiamo fatto perché evita la frammentazione. Cosa che invece non garantisce lo spagnolo con cui si rischia un patchwork con forze localistiche che vengono premiate anche se non hanno un disegno nazionale”.
Max