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Italia deferita dalla Commissione Ue: ecco perché

La Commissione europea deferisce l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Ue in quanto non ha posto fine, come richiesto, all’uso “abusivo” di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro “discriminatorie” nella scuola.

Stando alla Commissione, l’Italia “non dispone” delle norme adatte a vietare la discriminazione relativa alle condizioni di lavoro e l’uso “abusivo” di contratti a tempo determinato.

Aggiornamento ore 8.05

La Commissione ha constatato che la normativa italiana che determina la retribuzione degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non implica una progressione retributiva incrementale fondata sui periodi di servizio precedenti, cosa che “costituisce una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione retributiva”.

Aggiornamento ore 11.30

E in più l’Italia non avrebbe preso misure atte a prevenire l’uso abusivo di contratti di lavoro a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole statali.

E ciò, per l’esecutivo Ue, va a violare la normativa europea sul lavoro a tempo determinato. La Commissione pensa che gli sforzi delle autorità siano stati finora non adeguati e ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia.