Ancora una volta lIstat è chiamata ad ufficializzare limpietoso stato di indigenza in cui versano numerosi nostri connazionali. Nello specifico, stavolta, è toccato ai pensionati (16,3 milioni, circa 134mila in meno rispetto al 2013), il 40,3% di essi deve arrangiarsi a sopravvivere con meno di mille euro al mese. Nel totale della spesa pensionistica, quelle di anzianità ne assorbono il 70%. Seguono quelle ai superstiti (14,9%), quelle assistenziali (8,0%); per invalidità (5,6%), e quelle indennitarie (1,6%). L’Istat stabilisce inoltre che importo medio annuo delle pensioni è di 11.943 euro, 245 euro in più rispetto al 2013 (+2,1%). Il 52,9% dei pensionati sono donne, e percepiscono mediamente 14.283 euro (contro 20.135 euro degli uomini); cè però da sottolineare che la metà di esse (49,2%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (30,3%) degli uomini. Il 47,7% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,4% nelle regioni del Centro e il restante 31,9% nel Mezzogiorno. Quasi un quarto (23,3%) dei pensionati ha meno di 65 anni, la metà (51,9%) un’età compresa tra 65 e 79 anni e il restante quarto (24,9%) ha 80 anni e più. Due terzi dei pensionati (66,7%) sono titolari di una sola pensione, un quarto (25,4%) ne percepisce due mentre il 7,8% è titolare di almeno tre pensioni. Certo, considerando che se una persona percepisce la pensione, è perché se la è guadagnata. E a fronte di certe cifre, irrisorie rispetto al costo della vita, viene da domandarsi: ma ne valeva la pena?
M.