Istat produzione in calo: -7,3%

Stando a nuove stime Istat in Italia c’è un crollo della produzione: calan i ricavi industriali a dicembre: -7,3% su base annua. Per Istat dunque è un Dicembre da provare a dimenticare per il movimento industriale italiano, che cede vistosamente sul piano della produzione, nell’export e adesso perfino sul fronte del fatturato. I dati Istat sui ricavi sono l’ultimo in ordine di tempo dei segnali evidenti di freno economico nazionale. Per Istat in effetti il crollo è palese: su base annua i ricavi crollano a dicembre del 7,3%, peggiore dato da novembre 2009.
I livelli del 2018 si riducono dunque in questo senso ad un progresso del 2,3 per cento: così come per la produzione, si stima quindi in modo inequivocabile un ’prodotto’ che risulta più che dimezzato rispetto ai risultati del 2017. E il crollo non sembra lasciare in pace alcun tipo di settore della produzione italiana: ad esempio i cali arrivano a doppia cifra per mezzi di trasporto e produzione farmaceutica e ad ogni modo, nessun settore produttivo indica sufficienti dati di ricavi in crescita. Ad incrementare poi la riduzione le medie – chiarisce Istat – c’è il già citato settore dl trasporto differente da quello delle auto, almeno stando al confronto con i dati riferiti al dicembre 2017. L stesse auto sono in calo: i ricavi di dicembre per il settore cedono il 7,5%, in media con l’andamento complessivo mentre le commesse si inabissano di oltre 18 punti.
Dunque i dati del fatturato sono terribili per l’Italia, ma del resto poi anche quelle che sono le stime circa una crescita futuribile non sono ottimistiche. Sempre secondo Istat infatti ci sono dati negativi in riferimento particolare al settore degli ordini, decisamente in calo deciso sia in Italia (-3,6%) che all’estero (-7,6%). Ci sono, in verità, sempre secondo le stime Istat dei dati differenti. Quasi una osai nel deserto, c’è infatti l’elemento che va contro corrente, ed è quello dei macchinari, per il quale le commesse crescono del 5,4 per cento. Altrove ci sono solo segni meno, con cali a doppia cifra per farmaceutica, elettronica, apparati elettrici e ancora una volta i mezzi di trasporto.
“Sono dati che fanno riflettere – dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – e che impongono un dovere ed una responsabilità di tutto il Paese a reagire ad un contesto economico che sta rallentando. Una delle proposte che abbiamo fatto è quella di aprire immediatamente i cantieri che sono elementi cosiddetti anti ciclici che comporterebbero occupazione e più crescita. La questione temporale diventa importante: in quanto tempo lo facciamo diventa dirimente”.