E’ quanto risulta dai dati dell’Istat. Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15%, diminuisce di 0,5 punti percentuali su luglio e di 1,4 punti nei dodici mesi. Nel 2014, invece, abbiamo assistito a un’accentuata discesa dell’inflazione. E, si legge sempre nel Rapporto, “paradossalmente, i salari reali potrebbero registrare quest’anno una variazione positiva”. Ma per il resto i prezzi in arretramento non sono un toccasana per l’economia. “La deflazione può aggravare la crisi nei paesi più indebitati perché – spiega – i tassi d’interesse europei sono oramai prossimi a zero e, quindi, ad un’inflazione che si riduce corrisponderebbe un livello dei tassi d’interesse in aumento in termini reali”. Bisogna creare 2 milioni di posti – “Le tendenze del mercato del lavoro italiano nel medio termine delineano esiti preoccupanti”. Questa l’analisi del Cnel, che in merito all’incremento di due milioni di posti di lavoro in Italia afferma che sarebbe possibile soltanto se si manifestasse una forte discontinuità nella crescita dell’economia italiana”. Tutte le ipotesi elaborate usano gli scenari demografici dell’Istat, per cui il tasso di popolazione tra i 15 e i 67 anni nei prossimi sette anni resterà sostanzialmente stabile. In pratica per frenare l’aumento dirompente della disoccupazione, sarebbe necessario comunque un incremento dell’occupazione da qui al 2020 di 582 mila posti di lavoro.