I nuovi dati Istat al ribasso non incoraggiano leconomia italiana: il maggiore istituto di statistica ha infatti rivisto in negativo le previsioni per il Pil nel 201: il Prodotto Interno Lordo potrebbe crescere questanno, in termini reali, dell1,1% segnando un rallentamento rispetto al 2017, quandoera aumentato dell1,6%. A maggio scorso listituto aveva previsto un incremento dell1,4%. Nel 2019, invece, la crescita del Pil potrebbe accelerare in maniera lieve, registrando un +1,3%.
LIstat prevede un calo del tasso di disoccupazione fino al 10,5% nel 2018 e al 10,2% nel 2019 rispetto al 11,2% del 2017. “Il proseguimento della dinamica positiva del mercato del lavoro determinerebbe un aumento delloccupazione nellanno corrente (+0,9% in termini di unità di lavoro), contribuendo a una progressiva diminuzione del tasso di disoccupazione”, si legge nel testo. Nel 2019, la crescita delle unità di lavoro è “attesa proseguire allo stesso ritmo”.
Nel 2018, in ribasso la spesa delle famiglie e delle istituzioni sociali private: in termini reali è stimata in “deciso rallentamento” rispetto agli anni precedenti (+0,9%), con un recupero nel 2019 (+1,2%), “quando beneficerebbe degli effetti positivi delle politiche fiscali indicate nella Legge di Bilancio”. Nel 2017 si era attestata all 1,5%.
“Lattuale scenario di previsione in ribasso è caratterizzato da alcuni rischi rappresentati da una più moderata evoluzione del commercio internazionale, da un aumento del livello di incertezza degli operatori e dalle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea”. Lo afferma lIstat nel report sulle Prospettive per leconomia italiana nel 2018-2019.
Gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere del 3,9% nel 2018 per poi decelerare nel 2019 (+3,2), secondo lIstat. “Nellanno in corso, il processo di ricostituzione dello stock di capitale è atteso proseguire a ritmi sostenuti influenzato sia dal proseguimento del ciclo espansivo dei mezzi di trasporto sia dalle condizioni favorevoli sul mercato del credito”.
Un eventuale aumento dei tassi di interesse pari a 100 punti basedeterminerebbe un peggioramento del Pil dello 0,7% rispetto allo scenario base. E la simulazione dellIstat sullimpatto di un peggioramento delle condizioni del mercato del credito, determinato da un aumento dei tassi di interesse sul quadro macroeconomico.
Lintroduzione del reddito di cittadinanza potrebbe portare a un aumento del Pil fino a 0,3 punti percentuali. E la previsione dellIstat, sotto lipotesi che lintervento corrisponda a “un aumento dei trasferimenti pubblici pari a circa mezzo punto di Pil”. Nei primi anni questa misura porterebbe un aumento medio di 2 decimi di punto del Pil rispetto allo scenario base e laumento potrebbe raggiungere i 3 decimi nel caso in cui si consideri limpatto del reddito direttamente come uno shock positivo sui consumi delle famiglie.