La crescita moderata delleconomia prosegue: le famiglie, grazie alla crescita del reddito disponibile e della bassa inflazione, respirano di nuovo una ripresa economica. Le imprese, invece, non godono di un aumento produttivo e peggiora il clima di fiducia, portando ad una riduzione delle prospettive di crescita.
“A sintesi di questi andamenti – si legge nella nota mensile dellIstat – l’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita dell’economia italiana”. Per le famiglie: nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto, misurato al netto dell’andamento dell’inflazione, è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. L’aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente)”. Le informazioni disponibili per il quarto trimestre continua la nota – suggeriscono il proseguimento dell’attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie: a novembre il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un rialzo (+0,3%) trainato dalla crescita degli alimentari (+0,8%). Ulteriori indicazioni positive giungono dal mode-rato aumento del clima di fiducia dei consumatori di gennaio (in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell’area euro).A gennaio le aspettative degli imprenditori sull’evoluzione dell’occupazione nei successivi tre mesi sono tornate a peggiorare lievemente nel settore manifatturiero e nel commercio mentre continuano a migliorare nei servizi. L’incertezza sull’intensità della ripresa dell’attività manifatturiera è attesa estendersi ai prossimi mesi mentre nel settore delle costruzioni si delineano i primi risultati positivi. Anche la fiducia dei servizi di mercato ha subìto una discesa conclude la nota – condizionata dal peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia in tutti i principali settori. Nella grande distribuzione c’è un significativo deterioramento dei giudizi delle vendite che determina un calo del clima di fiducia.
D.T.