“Prego perché questo cessate il fuoco” nel conflitto Israele-Gaza “regga”. “C’è ancora bisogno della soluzione dei due stati, è l’unica risposta”. Joe Biden si è espresso così nelle scorse ore durante una conferenza stampa a seguito dell’incontro alla Casa Bianca con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, dopo la tregua tra Israele e Hamas che ha posto fine a 11 giorni di ostilità. “Non c’è nessun cambiamento – ha detto il presidente americano – nel mio impegno rispetto alla sicurezza di Israele. Punto. Nessun cambiamento”.
“Fin quando nella regione non si dirà inequivocabilmente che viene riconosciuto il diritto di Israele a esistere come stato ebraico indipendente, non ci sarà pace”, ha proseguito per poi parlare dell’impegno per la ricostruzione di Gaza, controllata da Hamas. E’ una priorità quella di “ricostruire le case” distrutte durante le ostilità, ma “senza dare a Hamas l’occasione” di ricostruire il suo sistema di armamenti. “Hanno bisogno di aiuto e lo faremo”, ha affermato il presidente.
Il presidente americano si è anche soffermato sulla questione Corea del Nord, sottolineando che Stati Uniti e Corea del Sud sono “profondamente preoccupati” e vogliono concentrarsi su una soluzione diplomatica. I colloqui con Pyongyang devono concentrarsi su “passi concreti che riducano le tensioni mentre ci muoviamo verso il nostro obiettivo ultimo, la denuclearizzazione della penisola coreana – detto il presidente americano – Non ci facciamo illusioni su quanto sia difficile”.
Biden ha quindi annunciato la nomina del diplomatico americano Sung Kim, ex ambasciatore a Seul, come inviato per la Corea del Nord. “Il compito comune più urgente che i nostri due Paesi devono portare a termine è arrivare alla completa denuclearizzazione e a una pace permanente nella penisola coreana”, ha detto Moon, il cui mandato scadrà il prossimo anno, secondo leader straniero accolto alla Casa Bianca dall’insediamento a gennaio di Biden, dopo la visita ad aprile del premier giapponese Yoshihide Suga. La visita di Moon negli Usa a poco più di due mesi dalla missione a Seul del segretario di Stato, Antony Blinken, e del capo del Pentagono, Lloyd Austin.