“La visione del presidente Trump sistema definitivamente l’illusione dei due stati. Fa appello ad una soluzione realistica dei due Stati, e in questa soluzione realistica Israele, e solo Israele, mantiene la responsabilità generale di sicurezza ad ovest del fiume Giordano. Ciò è un bene per Israele, un bene per i palestinesi, un bene per la pace”. Così il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in una videoconferenza con un’organizzazione di cristiani filo-israeliani.
Il primo luglio dovrebbe essere reso operativo il “piano del secolo“, un accordo di pace per il Medio Oriente rilanciato dall’amministrazione Trump nel gennaio scorso. L’accordo, secondo il tycoon “il più dettagliato di sempre”, prevede “la soluzione dei due stati” per risolvere la questione israeliana-palestinese. In particolare il progetto permette ad Israele la possibilità di estendere la sovranità alle colonie in Cisgiordania, conquistate nella guerra dei sei giorni del 1967 (circa il 30% del territorio).
Netanyahu ha detto che “Il piano Trump non cambia la realtà sul terreno, ma semplicemente la riconosce”. L’accordo però non è stato accettato dall’Anp (Autorità nazionale palestinese), pronta a dichiarare guerra in caso di annessione della Cisgiordania e della valle del Giordano. Durante la videoconferenza Netanyahu si è rivolto direttamente ai palestinesi affinché “negozino in buona fede” per raggiungere “un compromesso storico”.
Molti analisti pensano che ‘Bibi’, dato il contesto internazionale e la delicata situazione negli Stati Uniti, procederà a un’annessione solo simbolica di alcune parti della Cisgiordania con alto valore geostrategico. In pochi però sanno cosa succederà realmente.
Nel frattempo è volato a Gerusalemme Avi Berkowitz, rappresentante speciale per i negoziati internazionali ed emissario di Trump per la realizzazione dell’accordo del secolo. Oggi dovrebbe incontrare i dirigenti del partito Blu-Bianco, Benny Gantz e Gaby Ashkenazi.
Aggiornamento 14.08
Il ministro della difesa Benny Gantz si è incontrato oggi con Avi Berkovitz e con l’ambasciatore statunitense in Israele David Friedman. Gantz è favorevole al piano Trump, ma ha detto che quella dell’1 luglio “non è una data sacra” per l’annessione di parti della Cisgiordania. “Prima di intraprendere passi diplomatici – ha aggiunto il ministro, secondo fonti del suo partito Blu-Banco – occorre aiutare i nostri cittadini a tornare al lavoro. La loro preoccupazione prima è il coronavirus”.
Mario Bonito