(Adnkronos) – Il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibah ha sospeso la ministra degli Esteri Najla Mangoush dopo il suo incontro a Roma con il capo della diplomazia israeliana Eli Cohen. Lo scrive il portale di informazione al-Wasat Gate, che riporta delle proteste istituzionali e di piazza seguite all’incontro tra i ministri dei due Paesi che non hanno rapporti diplomatici formali. I manifestanti, che in strada hanno mostrato immagini dei due ministri degli Esteri, hanno anche chiesto le dimissioni del governo libico.
Proteste si sono svolte anche a livello politico e istituzionale. Il presidente del Consiglio presidenziale libico Mohamed Menfi ha scritto a Dbeibah per chiedere delucidazioni in merito all’accaduto. Nella lettera di risposta del premier, che al-Wasat Gate riferisce di aver visionato, si legge che l’incontro tra Mangoush e Cohen ”non riflette la politica estera dello Stato libico” e si tratta di ”una violazione delle leggi libiche che criminalizzano la normalizzazione con l’entità sionista”.
E’ stata quindi creata una commissione d’inchiesta presieduta dal ministro della Giustizia per far luce sull’accaduto. Nel frattempo il ministro libico della Gioventù, Fathallah Abdul Latif Al-Zani, è stato incaricato di dirigere temporaneamente il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Intanto il ministero degli Esteri libico ha affermato che l’incontro di Mangoush, che nel frattempo ha lasciato il Paese e si troverebbe ora a Istanbul in Turchia, con il ministro israeliano a Roma è stato ”casuale, informale e non preparato, durante un incontro con il ministro degli Esteri italiano”. L’incontro, si legge ancora nella nota, ”non ha previsto discussioni, accordi o consultazioni, ma il ministro ha affermato in modo chiaro e inequivocabile le richieste della Libia nei confronti della questione palestinese”. La dichiarazione prende le distanze, “totalmente e dettagliatamente, dallo utilizzo fatto da parte della stampa ebraica e internazionale” di questo incontro, ”e dal tentativo di dare all’accaduto il carattere di un incontro, di colloqui o anche di un accordo”.
Dura la reazione del Consiglio di Stato libico che ha espresso il suo “stupore” per l’incontro tra Mangoush e Cohen, considerandolo “un passo che viola le regole del boicottaggio del nemico sionista e viola le decisioni e le posizioni arabe e islamiche”. Le autorità dello Stato, si chiede, dovranno ”adottare urgentemente le misure necessarie per ritenere gli interessati responsabili e per garantire che non ci siano state conseguenze da quell’incontro”.
Anche il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen è sotto attacco in patria per aver rivelato dell’incontro avvenuto a Roma. “Irresponsabile e dilettantesco”, queste le accuse al ministro da parte dell’opposizione, mentre anche fonti del governo lo accusano di aver inflitto un danno alla diplomazia.
“I Paesi guardano all’irresponsabile rivelazione dei ministri degli Esteri israeliano e libico e si chiedono: è un Paese con cui è possibile gestire le relazioni straniere? È un Paese di cui ci si può fidare?”, ha denunciato il leader dell’opposizione Yair Lapid. Ex ministro degli Esteri ed ex premier, ha ricordato come aver mantenuto riservati questi incontri in passato abbia contribuito a costruire la fiducia con i Paesi che non avevano legami con Israele durante il processo per l’avvio di relazioni diplomatiche.
“Questo è ciò che accade quando si nomina Eli Cohen, un uomo senza alcuna esperienza nel settore, ministro degli Esteri – ha accusato Lapid -L’incidente con il ministro degli Esteri libico è stato dilettantesco, irresponsabile e dimostra una grave mancanza di capacità di giudizio. Questo è un giorno di vergogna nazionale e di messa in pericolo di una vita umana per un titolo di giornale”.
Durissima anche la reazione di Benny Gantz, ex ministro della Difesa e leader del Partito di unità nazionale: “Quando tutto viene fatto per le relazioni pubbliche e per i titoli senza alcuna responsabilità e lungimiranza, questo è quello che succede”. Ma critiche sono arrivate anche da funzionari del governo, secondo cui Cohen ha causato un serio danno alla diplomazia israeliana. “Questo dimostra – ha detto una fonte a Ynet – con quale dilettantismo viene gestito il ministero degli Esteri”.
Respinge le accuse al ministro degli Esteri una fonte diplomatica citata dal Times of israel, secondo cui i libici erano pienamente al corrente del fatto che l’incontro di Roma sarebbe stato reso pubblico: “Erano d’accordo, lo sapevano, sono rimasti solo sorpresi del momento in cui è stato reso noto”.
Il comunicato con la notizia dell’incontro a Roma del 23 agosto tra il ministro degli Esteri israeliano e la ministra degli Esteri libica era “concordato”. Così fonti diplomatiche vicine a Eli Cohen. “Erano d’accordo sulla pubblicazione – ha detto una fonte citata dal Times of Israel – Lo sapevano. L’unica sorpresa è stata il momento della pubblicazione”.
La fonte ha raccontato che la notizia dell’incontro aveva cominciato a girare tra i giornalisti, che stavano chiedendo conferma al ministro degli Esteri. Il comunicato sarebbe dovuto uscire nel corso della settimana, è stato anticipato a ieri. “Non ci entusiasma il fatto che cambino le versioni di ciò che è accaduto”, ha commentato la fonte, secondo cui l’incontro sarebbe durato due ore e sarebbe stato tutt’altro che casuale, come sostengono i libici.
L’Italia sarebbe stata strettamente coinvolta nella pianificazione dell’incontro di mercoledì scorso, gli americani ne erano al corrente, mentre l’Egitto non ne era informato, ha rivelato ancora la fonte.