Dopo dodici anni al potere Benjamin Netanyahu non è più il primo ministro di Israele e il suo partito, il Likud, passa all’opposizione. Al suo posto il leader della destra Yamina Naftali Bennett, nuovo capo di governo di una coalizione di otto partiti: Yesh Atid e Blu e Bianco di Benny Gantz (centro), le formazioni di destra Yamina di Naftali Bennett, Casa Nostra e Nuova Speranza, i Laburisti, Meretz (sinistra) e Raam, primo partito arabo nella storia di Israele in un esecutivo.
“Coalizione inusuale”
“La nuova coalizione è una inusuale e strana alleanza – aveva scritto il New York Times nelle scorse settimane – tra otto partiti politici di diverse ideologie, dalla sinistra all’estrema destra. Mentre alcuni analisti hanno accolto favore la larga composizione, altri dicono che i membri sono incompatibili perché l’accordo possa durare e lo reputano l’incarnazione della disfunzione politica israeliana”.
Fiducia risicata
L’esecutivo del “cambiamento” ha ottenuto ieri la fiducia dalla Knesset, il Parlamento locale, con 60 voti favorevoli, 59 contrari e un astenuto. Bennett, ex ministro della Difesa ed (ex) delfino di Netanyahu, sarà premier per due anni. “È un giorno di cambiamento come avviene nelle democrazie – ha detto – Prometto che il mio governo lavorerà per tutto il Paese”. Nel 2023 dovrà lasciare l’incarico a Yair Lapid, leader del partito laico-centrista Yesh Atid, che nel frattempo ricoprirà la carica di vicepremier e ministro degli Esteri.