(Adnkronos) – Rotem Shahar ha 16 anni e la mattina di sabato, nella giornata dell’attacco di Hamas contro Israele, prima che fosse ”stata svegliata dai razzi alle 6 e 30”, immaginava che quello per lei sarebbe stato un giorno di festa e di svago. Immaginava di uscire con i suoi amici, ma quel giorno ”i miei amici sono stati rapiti e portati a Gaza. Di loro non so più nulla, posso solo sperare che siano vivi e che stiano bene”.
Fuggita dal Kibbutz di Or Hanar, nel sud di Israele, Rotem racconta ad Adnkronos di essersi salvata restando barricata in casa insieme alla mamma ”per più di 7 ore per paura che ci fossero i terroristi nel kibbutz”. Terroristi che, invece, quella stessa mattina avevano raggiunto il luogo dove si trovavano suo fratello minore, 14 anni, e suo padre. ”Il mio fratellino era andato a fare gli allenamenti di calcio nella zona di Kfar Aza, quando a un certo punto sono arrivati i terroristi. Mio padre ha avuto la prontezza di salire in macchina ed è a quel punto che gli hanno sparato”, racconta Rotem. ”Grazie a Dio mio padre, anche se ferito, è riuscire a guidare, più velocemente che poteva, e a raggiungere un ospedale dove sono stati medicati. Ora stanno bene”, prosegue la giovane, dicendo che ”alle 7 ci hanno telefonato per avvisarci di quello che era accaduto” ed ”è stato terribile”.
Le Forze della Difesa israeliana hanno deciso di evacuare il Kibbutz di Or Hanar, dove Rotem vive con la famiglia. Ricordando i momento dell’evacuazione, la 16enne racconta che ”quando siamo usciti di casa per scappare abbiamo avuto davanti agli occhi una situazione inimmaginabile. C’era fumo dappertutto, c’era un odore fortissimo di bruciato e il nostro Kibbutz era stato ridotto in uno stato che mai avremmo potuto pensare”. Ma quello che fa più male è che ”le donne risultano disperse, sono state violentate, i bambini maltrattati, è stato compiuto un massacro”. Anche ”un bambino di sei mesi e la sua mamma sono stati rapiti da Hamas”, racconta. Rotem lancia quindi un appello e dice ”per favore, aiutateci, ci sono soldati, combattenti e civili che hanno bisogno di aiuto, di cibo e da bere. Per favore aiutateci”.