(Adnkronos) – “Siamo sulla strada della vittoria e non ci fermeremo finché non avremo raggiunto la vittoria”. E’ quanto ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa alla vigilia del centesimo giorno di guerra contro Hamas. “Non faremo compromessi e non ci fermeremo” aggiunge. “Quello che è accaduto il 7 ottobre non accadrà di nuovo”, ha assicurato il primo ministro, che poi, parlando della visita dei giorni scorsi del segretario di Stato americano Antony Blinken, ha detto di avergli fatto presente che “questa non è solo la nostra guerra, è anche la vostra guerra”.
“Nessuno ci fermerà, né l’Aja né l’Asse del Male” aggiunge, ribadendo che il Paese continuerà a combattere “fino alla vittoria totale” nella guerra contro Hamas. Parlando del procedimento contro Israele con l’accusa di genocidio che si è aperto nei giorni scorsi davanti alla Corte internazionale di giustizia all’Aja, Netanyahu ha denunciato “l’attacco ipocrita, che rappresenta il livello più basso nella storia delle nazioni”. “I sostenitori dei nuovi nazisti osano accusarci di genocidio”, ha tuonato, scagliandosi contro Pretoria, che ha intentato la causa, mentre Israele sta “combattendo una guerra morale e giusta senza precedenti contro i mostri di Hamas, i nuovi nazisti”. “L’antisemitismo è ancora vivo, ma lo status del popolo ebraico è cambiato: abbiamo uno Stato, un esercito e soldati eroici che proteggono il nostro popolo”, ha rivendicato Netanyahu.
Le forze armate israeliane hanno riferito della morte di un altro soldato nella Striscia di Gaza. Il sergente Dan Wajdenbaum, 24 anni, membro del 5070esimo battaglione della Brigata Yiftach, è morto ieri nel centro dell’enclave palestinese. Sono già 187 i soldati israeliani deceduti dall’inizio dell’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza, lo scorso 27 ottobre.
Secondo quanto riportato dal sito web di notizie israeliano Walla! circa 4mila soldati israeliani hanno subito disabilità dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza e il numero potrebbe salire a 30mila. L’esercito israeliano non fornisce registri pubblici delle vittime tra i suoi ranghi, afferma il sito, allo scopo di evitare un calo del morale nella società israeliana. Ai 4.000 soldati è stata riconosciuta la disabilità secondo la “Classificazione 3”. Ciò significa che hanno diritto a tutte le cure e a tutti i diritti concessi ai disabili dell’esercito israeliano.
Soltanto sei ambulanze restano operative in tutta la Striscia di Gaza. Lo afferma il ministero della Sanità, aggiungendo attraverso un comunicato stampa che “stiamo ancora lottando per gestire alcuni servizi essenziali, comprese le unità di terapia intensiva e gli asili nido”. Nella città meridionale di Rafah, dove sono fuggite centinaia di migliaia di famiglie, le infrastrutture e i servizi sanitari “sono fragili” e non possono sostenere i bisogni di 1,3 milioni di persone, ha detto ancora il ministero.
A Gaza un palestinese su 20 è morto, ferito o disperso. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità della Striscia nel suo ultimo aggiornamento, aggiungendo che nel 99mo giorno dell’aggressione israeliana a Gaza sono in corso “ulteriori massacri, distruzioni e razzie dei quartieri residenziali”. Le forze israeliane hanno ucciso 135 persone e ne hanno ferite 312 nelle ultime 24 ore. Numerose vittime sono ancora sotto le macerie e sulle strade dove le ambulanze e i soccorsi non riescono a raggiungere. Secondo il bilancio del ministero di Gaza, almeno 23.843 persone sono state uccise e 60.317 ferite dagli attacchi israeliani dal 7 ottobre.