Questa mattina è atterrato ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, il primo volo commerciale diretto da Tel Aviv. Ribattezzato subito “l’aereo della pace”, l’evento rappresenta uno dei primi passi verso la ripresa di piene relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Quello “storico accordo” annunciato di sorpresa lo scorso 13 agosto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, frutto però di un lungo negoziato tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il principe degli Emirati, Mohammed Bin Zayad e l’amministrazione Usa.
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Le delegazioni Usa e israeliana
A bordo del volo della El Al che ha sorvolato la Giordania, l’Oman e, per la prima volta nella storia per una compagnia di bandiera israeliana, l’Arabia Saudita, c’erano, oltre alla delegazione israeliana impegnata nelle trattative bilaterali con gli Emirati, anche Jared Kushner, genero e super consigliere di Trump, Robert O’Brien, consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Brian Hook e Avi Berkovitz, inviati Usa per l’Iran e Medio Oriente.
”L’accordo tra Emirati Arabi Uniti e Israele – ha dichiarato poco dopo l’atterraggio O’Brian – è il passo più importante verso la pace in Medio Oriente compiuto negli ultimi 25 anni”
“Questo primo volo diretto indica la strada per un nuovo, storico viaggio per tutto il Medio Oriente”, ha invece detto Kushner citato dai Times of Israel. “Il futuro non deve essere predeterminato dal passato – ha proseguito – Pace e prosperità sono un traguardo possibile”. E di certo la “normalizzazione” dei rapporti tra i due Paesi è un traguardo per Trump che, a due mesi dalle elezioni, prova ad accorciare le distanze nei sondaggi dal rivale democratico Joe Biden.
I commenti
Dopo il volo, durato 3 ore e 20 minuti, Anwar Mohammed Gargash, ministro degli Esteri degli Emirati Arabi, ha ricevuto il capo della delegazione israeliana, il consigliere per la Sicurezza nazionale Meir Ben Shabbat. “Siamo venuti qui per trasformare una visione in realtà”, ha detto Shabbat in arabo. “Facciamo appello – ha proseguito – anche ad altri Paesi a prendere parte assieme a noi al processo di pace, a beneficio dei popoli della regione”.
“Israele e gli Emirati – ha infine aggiunto – hanno molto in comune. Nella nostra area ci sono molte sfide e minacce. Ma abbiamo il coraggio e la capacità di resistere. Noi guardiamo verso un nuovo futuro per la regione: un futuro di cooperazione fra società sviluppate, un orizzonte di tecnologia, di innovazione, di prosperità e di speranza”.
Di diverso avviso il primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh. “È molto doloroso per i palestinesi vedere un aereo israeliano che atterra negli Emirati Arabi Uniti”, è il suo commento sulla vicenda.
Mario Bonito