Parole forti quelle pronunciate nel video diffuso su Twitter da al Adnani, portavoce
dello Stato Islamico. LIsis, gruppo terroristico di natura jihadista, nasce con lo scopo
di creare un califfato nei territori conquistati dai militanti dello Stato Islamico in Siria
e in Iraq, imponendo la Sharia, ovvero la legge islamica. Ma si fa sempre più strada
una minaccia più vasta, la volontà di espandere questo dominio al resto dellEuropa
saremo noi a portare la jihad nelle vostre terre, afferma ancora al Adnani, e di
sottomettere il mondo intero, iniziando una guerra in nome della religione.
Lespressione guerra santa è sempre più diffusa ed utilizzata da terroristi di matrice
islamica, responsabili di atroci attentati, quasi fosse un motto per promuovere una
battaglia contro lOccidente che coinvolge tutti, nessuno escluso.
In realtà quella che viene chiamata guerra santa corrisponde alla jihad. Questo
termine significa sforzo ed è utilizzato talvolta per rappresentare uno sforzo
interiore, per raggiungere la perfezione, talvolta uno sforzo bellico, per difendere e
diffondere la fede, e più in generale lo sforzo di seguire la legge di Allah.
Per gli esponenti dellIsis chi non appartiene allidentità religiosa da loro proclamata
è un infedele e va convertito, molto spesso con la forza della violenza, annichilendo
così lindividualismo. A volte la guerra è necessaria, a volte si scelgono le battaglie
per cui combattere e a volte il bene di qualcuno rappresenta il male di qualcun altro.
Quel che è certo è che le battaglie generalmente si combattono per se stessi, non in
nome di qualcuno o di qualcosa. Il dubbio è che quellossimoro rappresentato dalla
guerra santa, sia da attribuire più alla volontà degli uomini che non a quella di Dio.