IRAQ, UCCISO IL NUMERO DUE DELL’ISIS Michelle Zeppieri

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    «Il Numero Due dell’Isis ucciso in un raid aereo» annuncia il ministero della Difesa. Si tratta di Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, alias Abu Alaa al-Afri, di etnia turkmena. È rimasto ucciso durante un raid aereo della coalizione guidata dagli Stati Uniti nel nord dell’Iraq. L’uomo si trovava nella moschea di Tal Afar, dove stava incontrando diverse decine di militanti. Tahsin Ibrahim, portavoce del ministero della Difesa iracheno, ha dichiarato che nessuno è sopravvissuto. Le autorità statunitensi avevano offerto una taglia di sette milioni di dollari per la sua cattura, seconda solo a quella da dieci milioni di dollari per il leader Abu Omar al-Baghdadi. Al-Afri, unitosi ad al-Qaeda nel 2004, aveva ricoperto il ruolo di vice comandante e poi leader dell’organizzazione a Mosul. Catturato e poi rilasciato nel 2012, l’uomo si è unito allo Stato Islamico. Già leader pro-tempore dopo che il “califfo” aveva riportato gravi lesioni alla spina dorsale a causa di un raid dello scorso marzo, il Guardian ha rivelato che al-Afri avrebbe dovuto prendere definitivamente il posto di al-Baghdadi in caso di morte o incapacità di quest’ultimo, probabilmente grazie al suo carisma e alla sua esperienza al fianco di Baghdadi. Dopo la sua morte, rimangono in due a contendersi la successione di al-Baghdadi: Abu Ali al-Anbari, ex generale di Saddam Hussein e attuale guida della struttura militare di Isis, e Abu Luqman, governatore di Raqqa. Il Consiglio della Shura deciderà entro la fine della settimana.