Iraq, Isis distrugge sito archeologico di Nimrud di Emanuele Edelweis

Un nuovo danno irreparabile al patrimonio archeologico dell’Iraq e del mondo è stato compiuto dai miliziani dell’Isis che hanno raso al suolo con una colonna di bulldozer il sito archeologico di Nimrud, nei pressi della città di Mosul, occupata dal califfato islamico di Abubakr al Baghdadi. A dare notizia dello scempio è stato il ministero del turismo e delle antichità irachene attraverso un post sulla sua pagina facebook. Non ci sono ulteriori dettagli sull’estensione dei danni, ma si afferma che l’Isis continua “a sfidare la volontà del mondo e i sentimenti dell’umanità”.

A inizio anno gli uomini di al Baghdadi avevano annunciato l’intenzione di distruggere i reperti archeologici con la motivazione che secondo loro offendevano l’Islam. Sono ancora fresche le immagini dello scorso 26 febbraio, in cui uomini barbuti armati di martelli e trapani distruggono statue, fregi e altri oggetti d’arte nel museo di Mosul.

Nimrud è un sito assiro che si trova a sud di Mosul, seconda città irachena che è sotto il controllo dei miliziani da giugno scorso. Nimrud fu fondata dal re Shalmaneser nel 1274 a.C. e divenne capitale dell’impero assiro sotto Assurbanipal II nell’883 a.C. arrivando ad avere 100 mila abitanti. I primi scavi risalgono al 1845 e proseguirono fino al 1873. Ripresero poi nel 1949 e andarono avanti fino alla metà degli anni ’70 portando alla luce resti del palazzo reale,basamenti,sculture e statue.

La distruzione dell’antica capitale assira Nimrud da parte dei militanti dell’Isis “costituisce un crimine di guerra”. Lo denuncia in un comunicato la direttrice generale dell’Unesco che fa “appello a tutti i responsabili politici e religiosi della regione a sollevarsi contro questa barbarie”.