Iran, sì a ritiro da impegni sul nucleare

Svolta rilevante in merito agli equilibri internazionali legati al nucleare: l’Iran si ritira da diversi impegni dell’accordo sul nucleare e sottolinea come questo dipenda dal comportamento degli USA. Ad ammetterlo è direttamente il presidente Rohani, per il quale gli iraniani di fatto sono stati “costretti dagli Stati Uniti”. E, nello stesso tempo, avanza una nuova minacciosa ipotesi: quella di riprendere la produzione di uranio arricchito in 60 giorni.

Iran, sì a ritiro da impegni sul nucleare e minaccia di riprendere la produzione di uranio arricchito

Un rischio che in modo chiaro ed evidente la comunità internazionale vuole sfuggire. Ma il dato resta, ed è cruciale. L’Iran si ritira dagli impegni focali dell’accordo internazionale sul nucleare del 2015, ad un anno dalla scelta degli stessi Stati Uniti di abbandonarlo. Il presidente Hassan Rohani ha dichiarato come Teheran preserverà scorte di uranio arricchito nel paese e non le invierà all’estero e ha poi avanzato la dura minaccia di poter avviare la ripresa produttiva di uranio arricchito in 60 giorni. Come è ben noto, il decisivo accordo nucleare era stato raggiunto dall’Iran e dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU – Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia – compresa in più la Germania ma, proprio un anno fa il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva clamorosamente annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’intesa. “Teheran ha inviato lettere mercoledì a cinque membri del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), notificando loro che l’Iran ha deciso di sospendere parzialmente i suoi impegni”, ha dichiarato il presidente Rohani. “Cinque lettere sono state inviate a nome mio ai capi dei paesi che sono ancora membri dell’accordo nucleare iraniano”.  La colpa della scelta, secondo Rohani è proprio degli Usa. Siamo stati “costretti al ritiro dagli Stati Uniti”, dice. L’accordo sul programma nucleare iraniano era stato chiuso ’’nell’interesse del mondo e della regione’’. Ma “i nemici, tra cui gli integralisti americani, i sionisti e i reazionari nella regione, si sono opposti all’accordo internazionale da quando è stato raggiunto”, ha detto il presidente iraniano.