‘Soleimani martire’, è questo il nome dell’operazione che nella notte ha portato l’Iran a sferrare un attacco missilistico contro due basi USA in Iraq. Missili a corto raggio contro le due basi, che oltre a militari americani ospita anche forze della coalizione, tra cui quella italiana. L’attacco in questione rappresenta la prima risposta all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani da parte degli USA.
L’attacco ha portato alla morte di più 80 persone, ferendone oltre 200. A rivelarlo la TV di stato iraniana, che ha riportato anche le parole di una fonte della Guardia Rivoluzionaria: “Circa 104 obiettivi degli Stati Uniti e dei suoi alleati locali sono sotto sono osservazione da parte dell’Iran, e se commetteranno un errore, siamo pronti ad attaccarli”.
Parole forti, a cui hanno fatto seguito quelle di Ali Khamenei, leader supremo iraniano: “L’Iran ha dato uno schiaffo gli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire”. I militari italiani sono stati radunati in aree di sicurezze predisposte all’interno dei bunker e sarebbero tutti illesi, come riporta l’Ansa.
Un’azione che potrebbe portare all’esplosione di una guerra di proporzioni sconfinate. L’attacco missilistico da parte dell’Iran potrebbe essere solo l’ennesimo tassello di un conflitto su scala mondiale. L’Iran ha infatti minacciato attacchi ancora più devastanti se gli Stati Uniti dovessero decidere di rispondere all’ultimo attacco.