Alla vigilia della giornata di Quds, Gerusalemme in arabo, i pasdaran iraniani sono tornati a minacciare Israele. “Dopo 72 anni dall’occupazione sionista delle terre palestinesi con i complotti dei malvagi criminali britannici e degli Stati Uniti, i fatti indicano che la liberazione di Gerusalemme si realizzerà sulla falsa carta geografica del mondo e il regime infanticida sarà gettato nel cestino della storia”.
I pasdaran, ovvero ‘colui che veglia’ in persiano, sono i guardiani della rivoluzione iraniana, una milizia islamica per la difesa e il sostegno delle istituzioni rivoluzionarie in Iran, nella repubblica teocratica proclamata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini nel 1979.
“Festeggeremo presto la vittoria del movimento di resistenza islamico e la creazione di una nuova regione libera dal virus di Isreale e dal microbo killer degli Usa, e la preghiera alla moschea al-Aqsa (a Gerusalemme) sarà tenuta dalla guida Ali Khamenei”, hanno dichiarato i pasdaran. E ancora: “Il pericoloso accordo del secolo degli Usa e la satanica annessione della Cisgiordania accelereranno la morte del regime sionista”.
Ieri, 20 maggio, il presidente dello Stato di Palestina, Abu Mazen, aveva annunciato la rottura degli accordi con Israele e Stati Uniti. Il problema è l’obiettivo del nuovo governo israeliano: l’annessione della valle del Giordano e degli insediamenti coloniali in Cisgiordania.
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Le minacce arrivano alla vigilia della giornata Quds: ogni anno, dal 1979, l’ultimo venerdì del mese del Ramadan, vengono organizzati cortei e manifestazioni per sostenere i palestinesi e “condannare Israele”. A causa della pandemia da Covid-19 non ci saranno manifestazioni, ma solo eventi online. Compreso un discorso della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.
Mario Bonito