(Adnkronos) – Mahsa Amini “sarei potuta essere io, o la mia amica Hanieh, o una di quelle donne che ho incontrato durante questo viaggio. Hijab in Iran non è sinonimo di religione, bensì è sinonimo di governo”. E’ quanto scriveva Alessia Piperno, la ragazza romana arrestata in Iran, in uno dei suoi ultimi post su Instagram in cui sottolineava che “ogni donna deve privarsi della sua femminilità, nascondere quei bei lineamenti del volto e le forme del proprio corpo, per non rischiare di finire in prigione, o peggio ancora, di essere frustata per 70 volte. Sono cresciuta credendo che queste cose accadevano in una terra lontana dalla mia, e che non mi avrebbero mai toccata. Ma ora che sono qui da più di due mesi, mi sento parte di tutto ciò, mi sento parte di queste ragazze che lottano per i loro diritti”.
Alessia Piperno sarebbe entrata nel Paese a luglio con altri turisti, un polacco, un francese e anche un altro italiano. E’ quanto apprende l’Adnkronos, secondo cui il gruppo avrebbe visitato prima Rasht, nel nord del Paese, e poi si sarebbe spostato a Teheran. Dalla capitale, Piperno e i compagni di viaggio polacco e francese si sarebbero spostati cinque giorni fa verso il Kurdistan iraniano, mentre l’italiano si sarebbe separato dal gruppo per proseguire il viaggio in India.
Il suo arresto potrebbe essere collegato alla notizia di venerdì scorso data dal ministero dell’Intelligence di Teheran, secondo cui nove stranieri sarebbero stati arrestati in relazione alle proteste in corso da settimane nel Paese. Gli arrestati, riferiva il ministero dell’Informazione in una nota, provengono da Italia, Germania, Francia, Olanda, Polonia e Svezia. E sono accusati di aver preso parte direttamente alle proteste o agito sullo sfondo, affermano i servizi senza fornire altri dettagli.
Voleva tornare in Pakistan Alessia. Lo scrive lei stessa nel suo ultimo post su Instagram datato cinque giorni fa. “Tra pochi giorni inizierà il mio settimo anno in viaggio. Eppure quando mi guardo indietro, mi sembra ieri quando caricai il mio primo zaino sulle spalle, per raggiungere la terra dei miei sogni, l’Australia. Al tempo avevo appena compiuto 24 anni, mentre oggi ne compio 30”, scriveva Piperno, secondo cui gli anni passati a viaggiare sono stati “i più belli della mia vita, i più vissuti, dove ho imparato e disimparato così tanto, dove ho incontrato popoli e amici meravigliosi, e dove ho scoperto le vera bellezza del nostro pianeta. Mi sento carica di un’energia che non riesco più a contenere solo per me stessa, ma sento il bisogno di doverla condividere con qualcun altro – proseguiva Piperno nel post – Per questo ho deciso di tornare in Pakistan” con un “sogno pronto nella testa e nel cuore: ricostruire un villaggio”.
“Alessia è una viaggiatrice di lunga data – raccontano Paolo Trapani e la compagna Angela, due travel blogger italiani che curano il sito ‘Beyond The Trip, viaggio a tempo indeterminato’ che l’hanno conosciuta “per caso” in Iran -. Era stata in Pakistan, da due mesi era in Iran e progettava di tornare in Pakistan. Siamo sconvolti, è una nostra amica”, dicono i due in un video pubblicato su YouTube.
“L’Iran al momento è un Paese in subbuglio totale”, affermano, sottolineando che un altro campanello d’allarme è stato il fatto che Piperno non si collegava più sul loro gruppo Whatsapp. “Pensavamo fosse dovuto al fatto che in Iran internet è molto precario”, proseguono Paolo e Angela, precisando di essere in “costante contatto con la famiglia” e di aver saputo “ieri notte” che Piperno è in prigione da qualche giorno”, per la precisione dal “giorno del suo compleanno” il 28 settembre. Ora Trapani e la compagna dicono di essere “al sicuro. Siamo riusciti a lasciare il Paese appena c’è stato il primo blackout di internet, mentre Alessia – che si trova in zona Teheran – aveva deciso di aspettare prima di uscire”.