(Adnkronos) – In caso di “mosse folli” da parte di Israele, la risposta dell’Iran sarà “distruttiva”. A dichiararlo il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, riferendosi alla possibilità che la Repubblica islamica possa essere oggetto di ritorsione da parte di Israele per l’attacco su larga scala lanciato da Hamas.
“Importanti sviluppi si stanno verificando in Palestina”, ha premesso Kanani durante una conferenza stampa, sottolineando che l’operazione ‘Diluvio di Al Aqsa’ è “la risposta alle ripetute profanazione della moschea di Al Aqsa da parte del regime sionista e dei crimini quotidiani contro il popolo palestinese”. Reagendo alle accuse “politicizzate e infondate” contro l’Iran sul suo presunto ruolo in questa operazione di Hamas, il portavoce – citato dall’agenzia Mehr – ha spiegato che sono dovute alla “pesante sconfitta di Israele”.
“Le accuse legate a un ruolo iraniano” si “basano su ragioni politiche”, aveva detto Kanani, in dichiarazioni riportate da al-Jazeera.
Nel frattempo la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha negato il coinvolgimento di Teheran nell’attacco sferrato da Hamas. “Siamo fermamente a sostegno incondizionato della Palestina. Tuttavia non siamo coinvolti nella risposta della Palestina, poiché viene presa esclusivamente dalla Palestina stessa”, ha affermato la missione iraniana delle Nazioni Unite.
La missione iraniana ha inoltre affermato che “le misure adottate dalla Palestina costituiscono una difesa del tutto legittima contro settant’anni di occupazione oppressiva e crimini atroci commessi dall’illegittimo regime sionista”.
Secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, basata sulle informazioni fornite da membri di primo piano di Hamas e di Hezbollah, l’Iran avrebbe aiutato Hamas a pianificare e organizzare l’attacco contro Israele. Teheran ha dato l’ok all’azione a sorpresa, compiuta sabato 7 ottobre, in un incontro avvenuto tra emissari del regime iraniano e membri di Hamas lunedì scorso 2 ottobre a Beirut, in Libano afferma il quotidiano secondo il quale il corpo delle Guardie della rivoluzione islamica ha avuto un ruolo di rilievo sin dal mese di agosto nella collaborazione con Hamas per progettare l’attacco a 360 gradi. I dettagli dell’operazione sono stati definiti lunedì scorso a Beirut nell’incontro a cui fa riferimento il Wall Street Journal.