E cominciata oggi alle 8 di mattina la corsa alle urne per votare il nuovo Parlamento iraniano, Majlis, e per la nuova ’Assemblea degli esperti’, l’organismo che dovrà nominare la prossima Guida Suprema. Secondo quanto annunciato dal responsabile della commissione elettorale, Moqimi, i seggi rimarranno aperti per 10 ore. Saranno circa 54,9 milioni gli elettori iraniani chiamati a votare tra 4,844 candidati, tra cui 500 donne, per i 290 posti nel Parlamento, e a scegliere tra 163 figure religiose per gli 86 seggi dell’Assemblea degli Esperti. Preoccupanti i dati sullastensionismo: un campione di 36mila persone dalla super-ufficiale Irib, l’emittente della Repubblica islamica iraniana, riferisce che il 40% dei circa 55 milioni di elettori iraniani potrebbe non recarsi alle urne. Una percentuale estremamente alta, superiore persino, se venisse confermata, al 37% del 2012. Nel suo sondaggio, l’Irib, precisa che vi è una fetta di elettorato ancora indecisa se recarsi ai seggi oppure no, e la percentuale dell’astensione potrebbe attestarsi alla fine su un 30%. Quattro anni fa, però, i riformisti avevano invitato la popolazione al boicottaggio delle elezioni, come protesta per i presunti brogli del 2009, che avevano portato alla riconferma dell’ultraconservatore Ahmadinejad, provocando moti nelle piazze, la cosiddetta ’Rivoluzione verde’, e la repressione sanguinosa da parte dei Pasdaran. Situazione molto diversa questa: stavolta tutti, anche se ciascuno con una propria agenda, invitano gli iraniani ad andare a votare. Lo fa la guida Suprema, l’ayatollah Khamenei, che invoca un Parlamento in grado di sconfiggere i sempre ricorrenti “complotti statunitensi” e occidentali; si unisce il presidente Rohani, che ritiene sia finito invece il tempo di vedere dietro ad ogni angolo le interferenze di “obsolete potenze coloniali”.
D.T.