Lo Ior vede risalire il suo utile, dopo il ’crollo’ dell’anno scorso: la ’banca’ vaticana ha chiuso il 2014 con un utile netto di 69,3 milioni di euro, contro i 2,9 del 2013. E’ il dato che emerge alla presentazione – in anticipo rispetto all’anno passato – del Rapporto Annuale 2014, che mostra come 55 milioni di euro di utile siano stati destinati al budget della Santa Sede, quindi al Papa, mentre gli altri 14,3 alle riserve dello stesso Ior. Ma uno dei punti fondamentali del processo di trasformazione, pulizia e rinnovamento è che, dal maggio 2013 al 31 dicembre 2014, lo Ior ha chiuso in tutto 4.614 rapporti con suoi clienti, di cui 3.154 “di sua iniziativa” tra i 2.600 conti “dormienti” e i 554 rapporti che non rientravano nelle categorie vaticane e religiose autorizzate per l’Istituto (conti “laici”); gli altri 1.460 rapporti sono cessati per naturale estinzione. “In fase di chiusura”, sempre in conseguenza dello screening interno in corso da due anni, sono ancora 274 rapporti. E sempre a fine 2014, riferisce il Rapporto Annuale, i clienti Ior erano 15.181. Intanto, con l’affinamento delle procedure anti-riciclaggio e il potenziamento della trasparenza – sotto la “vigilanza prudenziale” dell’Aif -, va avanti anche la politica di tolleranza zero contro gli illeciti, ricordando che essi “sono stati denunciati alle autorità vaticane di competenza”. Il riferimento è, in particolare, alla denuncia penale presentata contro due ex dirigenti, l’ex presidente Angelo Caloia e l’ex direttore generale Lelio Scaletti, per il caso di presunto peculato su operazioni immobiliari tra il 2001 e il 2008, su cui ora indaga la magistratura vaticana avendo bloccato anche i conti degli indagati allo Ior. L’utile della ’banca’ vaticana torna dunque ai livelli dei periodi recenti, dopo che l’anno scorso era molto diminuito – era stato spiegato – per oneri straordinari (come i 15 milioni investiti per volontà del card. Bertone nella Lux Vide di Bernabei), per i fondi di investimento gestiti da terzi e per il calo dell’oro. “Il miglioramento è imputabile essenzialmente all’andamento del risultato da negoziazione titoli e alla diminuzione dei costi operativi di natura straordinaria”, spiega l’Istituto. I casi di illecito che in passato hanno interessato lo Ior “sono stati denunciati alle Autorità Vaticane di competenza”. Lo ribadisce l’Istituto all’atto della presentazione del Rapporto Annuale 2014. In particolare la vicenda denunciata l’anno scorso dallo Ior, emersa nel quadro della verifica interna, è quella che ha coinvolto l’ex presidente Angelo Calota e l’ex direttore generale Lelio Scaletti per un caso di presunto peculato su operazioni immobiliari tra il 2001 e il 2008. Sulla vicenda è in corso l’inchiesta del promotore di giustizia del Tribunale vaticano, che ha anche posto sotto sequestro i conti degli indagati presso lo Ior.