Sebbene l’occasione non era quella tipica da ‘confronto televisivo’, dove spesso volano paroloni ed invettive, presentando il suo libro (‘Pandemonio. Quello che è successo, quello che non doveva succedere’, edito da Laterza), il professore di Igiene all’Università Cattolica (e consigliere scientifico del ministro della Salute), Walter Ricciardi, si è comunque trovato al centro del solito ‘tiro incrociato’ di domande anche ‘imbarazzanti.
Ricciardi: “Io un menagramo? Studio dati scientifici per essere preparato, per evitare il peggio, cosa che è possibile…”
Come quando, in un piccato battibecco con un giornalista, si è sentito apostrofare in termini certo poco rispettosi: “Io menagramo? E’ come dire che quando facciamo stime frutto dell’evidenza scientifica, di studi, volessimo il male, volessimo prorogare questa situazione di incertezza. Non è così. Ci sono cose, per quanto non piacevoli, che diciamo da tempo per essere preparati. Per evitare il peggio, cosa che è possibile, bisogna essere preparati“.
Vella (Università cattolica): “E’ una leggenda metropolitana che la pandemia sia finita. Ci saranno le nuove varianti, bisogna prepararsi”
Prontamente, a supporto di quanto affermato da Ricciardi, il ‘pronto intervento’ del docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma, Stefano Vella il quale ha tenuto a commentare che “E’ una leggenda metropolitana che la pandemia sia finita. Come è una leggenda metropolitana l’immunità di gregge per i coronavirus. Non ci sarà. Lo sappiamo perché il nostro sistema immunitario di fronte a questo tipo di virus non funziona come con il morbillo, non riesce a stroncarlo completamente. In più ci saranno le nuove varianti – avverte il docente universitario – Per questo bisogna prepararsi. Noi siamo stati trovati impreparati anche se il mondo era stato avvertito, da quello che era successo prima. I virus fanno quello che possono e cercano di fregarci. Per questo bisogna prepararsi“.
Ricciardi: “Vaccini non riconosciuti? Russia, Cina e Cuba sono Paesi che hanno buoni scienziati”
Quanto poi alla storia secondo la quale gli attuali vaccini da noi usati non sono riconosciuti in diversi paesi, Ricciardi ha tenuto a rimarcare che ”Vaccini non riconosciuti? Russia, Cina e Cuba sono Paesi che hanno buoni scienziati. Il problema però non è la qualità della scienza, è la qualità del sistema regolatorio. Non è un caso che si tratta di tre Paesi che non hanno agenzie nazionali“.
Ricciardi: “Lo Sputnik può essere anche un vaccino interessante, ma se non sappiamo dove e come viene prodotto…”
Ma non solo, ha tenuto poi a spiegare ancora il docente della Cattolica, “In questi Paesi le tecnologie biomediche vengono approvate da enti nazionali che non seguono gli stessi modelli di Ema e Fda, come in Ue e Usa, per esempio. Ovvero regole trasparenti e rigorose. Anche produttive. Lo Sputnik può essere anche un vaccino interessante – ha quindi concluso Ricciardi – ma se non sappiamo dove viene prodotto, come non sappiamo dove viene prodotto quello cubano, non si può autorizzare la distribuzione”.
Max