Perché al caporalmaggiore David Tobini, ucciso dieci anni fa in Afghanistan, è stata conferita solo la medaglia d’argento al valor militare “anziché quella d’oro?”. “Quali sono i motivi per cui, durante gli anni in cui la madre di Tobini lamentava le incongruenze riscontrate nel fascicolo, non sono state svolte attività ispettive?”. E ancora: “A seguito di quanto evidenziato dal giudice per le indagini preliminari”, il Ministero della Difesa “non ritenga avviare le opportune attività amministrative o ispettive nei confronti del caporal maggiore Luigi Russo relativamente alle incongruenze nelle sue dichiarazioni, di coloro che avrebbero ostacolato le indagini e di chi, responsabile della consegna della missiva, non ha provveduto a recapitarla alla madre”. Sono alcune domande poste da un gruppo di senatori, guidati dal vicepresidente del Gruppo M5S Gianluca Ferrara, nell’atto di sindacato ispettivo pubblicato il 3 agosto.
“Il primo caporal maggiore David Tobini era un militare italiano deceduto in Afghanistan il 25 luglio 2011 durante l’operazione congiunta condotta da forze italiane e afghane nella zona a nord-ovest della valle di Bala Murghab – scrivono i parlamentari nel documento – Sua madre, Anna Rita Lo Mastro, ha chiesto da subito che venisse fatta chiarezza sulle cause della morte, evidenziando contraddizioni tra quanto veniva raccontato e quello che risultava negli atti acquisiti. Tra esse si annoveravano accertamenti mai eseguiti da parte del RIS, contraddizioni nella relazione autoptica e incongruenze nelle dichiarazioni rese dal teste oculare il caporal maggiore Luigi Russo”.
“Il 2 agosto 2021 il giudice per le indagini preliminari ha archiviato il procedimento avendo rilevato l’intervenuta prescrizione del reato, seppur accogliendo le osservazioni evidenziate dalla squadra legale della famiglia del primo caporal maggiore Tobini”, dicono ancora i senatori. “Nella sua ordinanza il giudice ha evidenziato un’incongruenza tra la posizione effettiva di Tobini rispetto a quanto riportato nel fascicolo di indagine e a quanto affermato dal testimone oculare Russo, in particolare ha individuato che la direzione del colpo che ha raggiunto Tobini è posteriore e non frontale come indicato dalla Procura, riscontrando altresì un’errata ricostruzione della traiettoria del colpo e della distanza da parte del reparto investigazioni scientifiche (RIS). Il giudice ha, infine, sottolineato che lo svolgimento di ulteriori indagini, come richiesto dalla parte offesa, tra cui test balistici mai effettuati, sarebbe stato utile e rilevante qualora intervenuto precedentemente alla prescrizione del reato”.
I senatori ricordano poi un particolare emerso di recente, una lettera “scritta di pugno dal militare caduto a Bala Murghab nel luglio 2011” che “sarebbe stata fatta sparire”. “A parlarne è stato proprio un soldato che avrebbe confidato ai colleghi di aver trovato la missiva e che ‘fu consegnata’ ma che ‘non fu fatta mai recapitare'”. “Risulterebbe dagli atti che la missiva sarebbe stata inventariata come “lettera personale” il giorno 14 settembre 2011 dalla commissione nominata per predisporre l’elenco degli effetti di David Tobini da riconsegnare alla madre. Anna Rita Lo Mastro aveva già segnalato che tale lettera, sebbene presente nell’elenco degli effetti personali del militare, non le era stata consegnata. Tuttavia, la possibilità che sia “stata fatta sparire” assumerebbe connotati di assoluta ed estrema gravità”.
“Sulla questione è stata fatta, dall’avvocato difensore della parte offesa, una formale richiesta di accertamento al Ministero, affinché proceda a compiere tutte le relative indagini anche in virtù delle basilari norme inerenti all’obbligo di custodia facente capo al medesimo. Ad essa, però, non è mai stata data risposta”. Ecco perché i parlamentari chiedono “se il ministri in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti”