Quando mancano esattamente due mesi alle elezioni, anche il recente sondaggio condotto stavolta dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky Tg24, conferma le intenzioni di voto degli italiani, che vedono in testa Fratelli d’Italia qual primo partito, seguito subito dopo dal Pd.
Nello specifico, le rilevazioni indicano Fratelli d’Italia al 23,8%, il Pd al 22,5%, e la a 13,4%.
Scende invece addirittura sotto il 10% il Movimento 5 stelle, indicato al 9,8%, ‘tallonato’ da Forza Italia che ‘viaggia’ all’8,3%.
Ecco quindi Azione + Europa (4,9%), Sinistra italiana/Europa Verde che raggiunge il 4,2%, ed il neo schieramento di Di Maio: Insieme per il Futuro (al 2,6%).
A chiudere, seguono poi ItalExit (2%), Italia Viva (1,8%), ed Articolo 1-MDP (1,6%).
Allo stato attuale tutto ruota intorno alla coalizione di centrodestra che, stando ai sondaggi che, sempre nelle intenzioni di voto, si attesta sul 45% , una percentuale che, ‘sulla carta’, potrebbe raggiunger anche un’eventuale ‘coalizione aperta’ del Centrosinistra ‘se’, con il M5S. Ipotesi difficilmente realizzabile in quanto, la presenza penta stellata non sarebbe gradita a diversi partiti interni alla coalizione. In ogni caso il 12,4% degli elettori del Pd non vorrebbe mai vedere un’alleanza col M5s. Anzi, per dirla tutta, sempre stando ai sondaggi, il 56,6% degli elettori M5s preferirebbe che il Movimento vada ‘da solo’. Lo stesso ‘desiderio’ palesato anche dall’elettorato dem, il cui 50,4 non gradisce affatto un’alleanza centrista.
Premesso infine che ben l’86% degli elettori del Centrodestra ritiene Giorgia Meloni una buona Presidente del Consiglio (‘cosa’ che all’interno della coalizione a ‘qualcuno brucia’), qualora a spoglio terminato non dovesse delinearsi una maggioranza, nelle intenzioni di voto, secondo il 23,8% degli italiani la poltrona del premier dovrebbe spettare di diritto al leader del partito più votato.
Per il 17,9% il presidente del Consiglio dovrebbe invece essere una figura sostenuta da una larga maggioranza di unità nazionale.
Il 17,6% sostiene che, in assenza di una maggioranza, lo ‘scettro’ spetterebbe al leader del partito più votato all’interno della coalizione più votata mentre, il 17%, sostiene che sarebbe invece il caso di tornare a votare. Ma c’è anche uno ‘sparuto’ 4,5% secondo cui si potrebbe optare per una figura sostenuta da alcuni partiti che non erano alleati alle elezioni.
Max