Non cè ambito od argomento sul quale da Bruxelles non segua la puntuale bacchettata nei nostri confronti. Stavolta poi (dopo lumiliante schiaffo ricevuto per la poca attenzione che riserviamo alla sicurezza delle donne), ci mette in guardia sul modo precario con cui proteggiamo i nostri connazionali dalle insidie malevoli dellinquinamento. In particolare lEuropa, allude alle polveri sottili: la Commissione europea ha inviato un “ultimo avviso, ad adottaremisure contro l’inquinamento da Pm10per proteggere la salute pubblica”. Lavvertimento (come vedremo esteso anche ad altri paesi Ue), ribadisce che nel caso di superamento dei valori limite,gli Stati devono adottare e implementare dei piani per la qualità dell’aria, con misure volte a riportare l’inquinamento sotto le soglie nel più breve tempo possibile. Purtroppo, spiegano i fatti, nel nostro caso le misure amministrative e legislative adottate, finora “si sono rivelate insufficienti ad affrontare il problema”. La decisione di oggi fa seguito ad una lettera aggiuntiva di messa in mora mandata all’Italia nel giugno 2016.Se il Paese non agirà entro due mesi, il caso potrebbe essere deferito alla Corte di Giustizia dell’Ue. Trattasi di un fenomeno “persistente” quello dellinquinamento in Italia, e lelevato livello di Pm10 in varie parti del Paese comporta dei rischi importanti per la salute pubblica”. Del resto riguardo a tale emergenza il nostro Paese era già stato avvertito, in violazione delle leggi Ue in una precedente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue per gli anni 2006 e 2007. Premesso che, complessivamente sono 30 le zone per la qualità dell’aria, nelle quali i limiti giornalieri di Pm10 sono stati superati da quando sono entrati in vigore, nel 2005, nello specifico, per il limite giornaliero, le zone coinvolte sono inLombardia,Veneto,Piemonte,Toscana,Emilia-Romagna,FriuliVenezia-Giulia,Umbria,Campania,Marche,Molise, Puglia,LazioeSicilia. L’avvertimento riguarda anche il superamento del limite annuale in nove zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura lombarda, Torino e la Valle del Sacco, nel Lazio. In Italia l’inquinamento da Pm10 è principalmente generato daemissioni derivanti dallenergia, dal riscaldamento, dai trasporti, dallindustria e dallagricoltura. E non ci sono scuse, come denuncia la Commissione Europea, i numeri parlano chiaro: oltre 66mila italiani ogni anno muoiono in seguito agli effetti dell’inquinamento. Numeri impressionanti che (dati raccolti dall’European Environment Agency), relegano lItalia il paese conil più alto tasso di mortalitàlegato alle polveri sottili, rispetto agli altri stati Ue. Dal canto suoi il portavoce della Commissione, Enrico Brivio, afferma che “Non speculerei in questa fase su qualsivoglia tipo di multa, siamo al parere motivato e speriamo che gli Stati membri rispettino i loro obblighi. Ci sono vari tipi di sanzioni, che vengono stabilite secondo certi parametri, ma siamo molto lontani da quel punto. Speriamo che gli Stati rispettino i loro obblighi”. Va inoltre sottolineato che al momento la Commissione europea ha in corso procedure di infrazione per i livelli di Pm10 nei confronti di 16 Stati membri, tra cui l’Italia. Due di questi casi, quelli riguardanti Bulgaria e Polonia, sono già stati portati davanti alla Corte di Giustizia dell’Ue. Il Pm10 (Particulate Matter o materia particolata) è materiale di varia origine (prodotto da attività umane o da fenomeni naturali come gli incendi boschivi) presente nell’aria, con diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro, ritenuto nocivo per la salute umana.
M.