Un’edilizia sempre più attenta all’ambiente e alla salute; pavimentazioni stradali orientati all’economia circolare e calcestruzzo più sostenibile. Sono queste le sfide ‘green’ del gruppo Mapei, tra i maggiori produttori mondiali di prodotti chimici per l’edilizia, che vede nello sviluppo sostenibile la chiave per la ripresa del paese post Covid. “La strada verso la sostenibilità passa dagli investimenti in ricerca e sviluppo e dall’innovazione” afferma Marco Squinzi, amministratore delegato Mapei che in un’intervista all’Adnkronos spiega che la strada per un’economia low carbon è ormai tracciata a livello europeo.
Una sfida che l’Italia dovrà cogliere esitazione, trasformando le devastanti conseguenze della pandemia in opportunità. Secondo Squinzi, “il Green Deal europeo, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere la Carbon neutrality nel 2050 e la riduzione delle emissioni dei gas serra del 55% entro il 2030, offre un’opportunità per il nostro paese di fare un salto epocale sia da un punto di vista tecnologico che culturale verso lo sviluppo sostenibile”.
Guardando più nel concreto al settore dell’edilizia, secondo l’ad di Mapei, “gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni in chiave sostenibile sono certamente delle leve efficaci per una ripresa green. Già l’Ecobonus e il Super Ecobonus vanno verso questa direzione, promuovendo interventi di coibentazioni e l’efficientamento energetico degli edifici. Il Bonus ristrutturazione e il Sisma bonus permetteranno la manutenzione straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo dell’importante e unico patrimonio edilizio italiano”.
Quanto ai Criteri ambientali minimi (Cam) “al momento l’applicazione anche nel privato, riguarda unicamente i sistemi di isolamento termico, ma la via è tracciata e confidiamo che si possa allargare anche ad altri ambiti. Questi sistemi di incentivazione, che sono finalmente in linea con la strategia di rinnovamento del nostro paese, saranno un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro in un paese fortemente colpito dagli effetti della pandemia. Il settore delle costruzioni e il suo indotto hanno, infatti, un impatto del 15% sul Pil italiano”.
E in questo quadro non manca la volontà delle aziende di poter fare meglio cogliendo tutte le possibili opportunità del mercato. “Attraverso la ricerca e l’innovazione vogliamo contribuire a un’edilizia sempre più attenta all’ambiente e alla salute degli utilizzatori. In questa direzione Mapei si sta impegnando per ridurre il numero di prodotti contenenti solventi o con emissioni Voc (Volatile organic compounds) e proporne di nuovi, sempre più performanti”.
In particolare, spiega Squinzi, “crediamo che allungare il ciclo di vita degli edifici esistenti sia la strategia vincente per consumare meno risorse e produrre meno rifiuti in discarica. Grazie alle tecnologie sviluppate nei nostri laboratori realizziamo prodotti che, utilizzati nelle ristrutturazioni, permettono di aumentare la durabilità dell’edificio e l’efficienza energetica con un consumo minore di risorse”.
Per quanto riguarda le pavimentazioni stradali, aggiunge l’ad di Mapei, “stiamo lavorando sul recupero del fresato d’asfalto. I nostri Acf permettono, infatti, di riutilizzarne anche più del 50% all’interno dei nuovi strati di conglomerato bituminoso. Questa soluzione, che ha portato Mapei ad essere premiata come Best Performer dell’Economia Circolare 2020, permetterà di diminuire il materiale portato in discarica e il consumo di nuove risorse vergini”. Ed è sempre sulle infrastrutture stradali che Mapei ha di recente siglato un accordo con la multiutility Iren, che prevede l’utilizzo di polimeri termoplastici, provenienti da processi innovativi di riciclo, per la realizzazione di pavimentazioni stradali più durature e sostenibili.
L’accordo con Iren, commenta Squinzi, “rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare perché ha come obiettivo l’implementazione di una tecnologia innovativa per il riutilizzo di polimeri riciclati nelle infrastrutture che permetterà di ottenere un significativo aumento della vita utile delle pavimentazioni stradali”. “Questa collaborazione, che per la prima volta vede coinvolte in modo diretto una multiutility e un’azienda manifatturiera, prevede anche lo sviluppo di circolarità tra filiere diverse aprendo nuove possibilità di applicazione” afferma Squinzi che aggiunge: “abbiamo già iniziato ad utilizzare questa tecnologia anche per la realizzazione di guaine bituminose utilizzate nella copertura di tetti e nell’impermeabilizzazione e fondazioni di edifici”.
Per il settore un altro tema di grande attualità è il calcestruzzo sostenibile e Mapei offre la sua visione. “Per la produzione del calcestruzzo abbiamo sviluppato l’innovativa tecnologia Re-Con Zero, che ci è valsa il primo Premio Economia Circolare 2019. Questa tecnologia – spiega Squinzi – permette di trasformare il calcestruzzo reso, di ritorno dai cantieri, in un nuovo aggregato riutilizzabile”.
Sempre in questo ambito, sottolinea Squinzi, “abbiamo sviluppato i fluidificanti Dynamon che permettono la progettazione di calcestruzzi durevoli ad alte prestazioni con una minor quantità di acqua e cemento, abbassando le emissioni di Co2 in atmosfera. Lanceremo presto anche dei prodotti che ridurranno il consumo di acqua per la pulizia delle betoniere”. Infine, l’approccio del gruppo allo sviluppo sostenibile. “Mapei è da sempre attenta al suo impatto sull’ambiente e sulla società e ritiene la sostenibilità un asset aziendale. Dal 2016 pubblichiamo il Bilancio di sostenibilità che al momento copre le attività del Gruppo in Italia e, a breve, si allargherà a livello europeo e poi mondiale”.
Andando nel concreto, l’ad di Mapei spiega che “uno dei punti fermi che consideriamo nello sviluppo di ogni nostro nuovo prodotto è l’utilizzo di materie prime a basso impatto ambientale, come quelle di origine vegetale, o l’impiego di materie prime seconde, cercando di ridurre al minimo l’utilizzo di sostanze pericolose, per salvaguardare non solo l’ambiente, ma anche la salute degli operatori”. Scelte di sostenibilità “che vengono poi misurate nel ciclo di vita completo del prodotto, con la metodologia Lca (Life Cycle Assessment) e dichiarate attraverso le dichiarazioni ambientali di prodotto (Epd)”.
Una scelta che, sottolinea Squinzi, “si riflette anche nella gestione di tutte le nostre attività, a partire dal contenimento dell’impatto dei trasporti sull’ambiente, grazie a una presenza diffusa di 11 stabilimenti produttivi in tutta Italia. Come azienda investiamo anche nello sviluppo e la crescita delle persone grazie a politiche di welfare e piani di formazione e sosteniamo le comunità in cui siamo attivi con iniziative sportive, culturali e di solidarietà” per un impegno green a 360 gradi.
di Loredana Errico