INIZIATA L’EVACUAZIONE DEI FERITI DA ALEPPO… SOTTO UNA PIOGGIA DI PROIETTILI: ALMENO UN MORTO E DIVERSI FERITI. ANCHE I RIBELLI E LE LORO FAMIGLIE CARICATI SUI PULLMAN

Finalmente, dopo lunghe ore di estenuante attesa (inframezzata da altri duri scontri), stamane èiniziato il trasferimentodelle persone che hanno bisogno di cure mediche e che erano rimaste intrappolate nelle zone in mano ai ribelli ad Aleppo Est. Come ha riferito l’emittente satellitare ’al-Jazeera’, un primoconvoglio di ambulanze ha raggiunto all’alba i posti di blocco governativi per passare. Evacuazione confermata anche dall’Osservatorio siriano, i cui attivisti hanno spiegato che, per essere portata a compimento, tale necessita didue o tre giorni. E mentre tramite la tass la Russia annunciava l’imminente trasferimento dei ribelli rimasti e delle loro famiglie verso la provincia di Idlib,mun organo di comunicazione dei miliziani libanesi di Hezbollah, che combattono a fianco del regime di Assad, ha annunciato l’entrata in vigore di unatregua ad Aleppo. Tuttavia, hanno riportato, “Intensi scambi tra le parti coinvolte nei negoziati hanno portato al consolidamento del cessate il fuoco per la fuga dei combattenti armati dei distretti orientali”. Ma i convogli non hanno avuto via facile: il primo convoglio – composto soprattutto da diverse ambulanza – è stato infatti raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco, riportando almeno un morto e feriti. In particolare, attraverso Twitter, , il corpo dei volontari dei ’caschi bianchi’ (la Syria Civil Defence), ha riportato che nel corso delle operazioni per preparare la strada per l’evacuazione con le ambulanze da Aleppo, un volontario è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati da un “cecchino del regime”. Ma il dramma di Aleppo passa anche attraverso un crocifisso crivellato di colpi e mutilato, “e tuttavia restato sulla croce cinque anni, solidale con le nostre sofferenze e il nostro isolamento. È là, sfigurato come la nostra città, e ci mostra il dolore di Dio di fronte alla brutalità degli uomini.”. Spiegano i Padri Gesuiti della Comunità di san Vartan di Aleppo (Siria), raccolte da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Lo scorso sabato quattro granate da obici hanno colpito la loro residenza. La messa quotidiana prevista per quell’ora – hanno affermato i religiosi – era stata provvidenzialmente celebrata in un altro luogo di culto, e solo per questo è stata evitata una strage. I danni all’edificio sono stati tuttavia consistenti. Ma i Gesuiti tuttavia non perdono la speranza: “Di fronte ad una catastrofe la gente pensa che Dio non avrebbe dovuto permetterla. Ma noi che conviviamo con la morte, evitabile se si lasciasse la città, vediamo che Dio c’è sempre. La sua Provvidenza allevia il male, nella misura permessa dalla libertà dell’uomo”.

M.