Infrastrutture, Csel: “A opere di enti territoriali un terzo del fondo compensativo caro materiali”

(Adnkronos) – Con un decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 2 ottobre sono stati ripartiti oltre 103 milioni di euro con cui sono state finanziate 1.059 istanze per l’accesso al fondo istituito per compensare gli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione registrati nel corso del secondo semestre del 2021. Si tratta di 103.495.893,03 euro che vanno a finanziare gli extra costi relativi a opere pubbliche che vedono il coinvolgimento di 478 piccole imprese (alle quali sono stati destinati 16.233.637 euro), 414 medie imprese (28.487.181 euro) e 167 grandi imprese, alle quali sono stati destinati 58.775.074 euro. 

Una elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata sui dati diffusi dal Mit in allegato al decreto in questione, ha messo in evidenza come il fondo sia stato destinato per circa un terzo (poco meno 33,5 milioni) alle opere di competenza degli enti territoriali. Nello specifico, sono stati finanziati gli extra costi relativi a 708 opere pubbliche le cui stazioni appaltanti sono dei Comuni, per un ammontare di quasi 22,5 milioni.  

Oltre 2 milioni di euro sono stati ripartiti tra sette Città metropolitane (Bologna, Catania, Genova, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Venezia) per compensare gli effetti dei rincari che avevano messo a repentaglio l’esecuzione di 14 opere. Nove le opere riconducibili a delle Comunità montane (oltre 142mila euro), sei quelle avviate da delle Unioni di comuni, che hanno intercettato oltre 120mila euro, 71 quelle avviate da delle Province, cui il Mit ha destinato oltre 6,1 milioni di fondi compensativi e 11 quelle di competenza regionale (2,5 milioni di euro).  

Chiudono il cerchio 240 opere per le quali i beneficiari sono stati soggetti diversi dagli enti territoriali: società, università, aziende sanitarie o consorzi. A questa categoria composita di soggetti sono stati assegnati globalmente più di 70 milioni di euro. Il trasferimento più ingente in assoluto, che da solo supera il 10% del totale, è quello diretto a Rete ferroviaria italiana Spa, che ha catalizzato poco meno 12,7 milioni. Seguono, per importo, Quadrilatero Marche Umbria Spa (5.429.121,95 euro), Consorzio per le autostrade siciliane (5.042.275,71), Anas Spa (4.989.487,09), Ferrovie del sud est e servizi automobilistici Srl (2.462.444,78), Veneto strade Spa (2.198.521,99) e Infratrasporti.to Srl (2.001.209,42). 

Ma dove sono collocati geograficamente i Comuni beneficiari di queste somme compensative? Il 43% dei fondi di loro competenza (oltre 4,2 milioni) è stato utilizzato per compensare i costi aggiuntivi relativi a 281 opere localizzate del Mezzogiorno. Il 38% (pari a 8,5 milioni) è stato utilizzato per garantire la prosecuzione di 307 opere avviate da Comuni del Nord del Paese. Infine, il 19% (circa 9,6 milioni) è stato ripartito tra i Comuni del Centro, sui quali grava la responsabilità di 117 opere pubbliche. Nello specifico, la regione più protagonista è risultata essere la Campania, che ha intercettato il 17% delle risorse destinate ai Comuni. Seguono la Lombardia (11%), la Sicilia (10%), il Veneto e l’Emilia Romagna (8%).  

I Comuni coinvolti in questa assegnazione di risorse sono, nella maggior parte dei casi, di piccole dimensioni. Se analizzati in relazione alla popolazione residente, i trasferimenti si sono tradotti in un importo medio pari a 8,22 euro ma ci sono vistose eccezioni. Stando a quanto emerso dalle elaborazioni di Centro Studi Enti Locali, ci sono infatti dei Comuni, soprattutto del Nord Italia, in cui questa media è stata ampiamente superata. Il caso limite è Pedesina, in Lombardia, dove la modesta assegnazione (7.840 euro) si è tradotta in 211 euro pro-capite, avendo questo ente soltanto 37 abitanti. La seguono Selva di Cadore, in Veneto, dove il contributo è stato pari a 176 euro per abitante, e Oyace, in Valle d’Aosta, dove i quasi 35mila euro assegnati dal Mit si sono tradotti in un importo equivalente a 166 euro pro-capite.