“Mi piace pensare che mia sorella ci abbia dato l’esempio che non bisogna mollare mai”. E’ questa per Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia, l’eredità lasciata ai colleghi di tutta Europa dalla giornalista assassinata a Malta nel 2017. Un omicidio, spiega Corinne Vella all’Adnkronos in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, che ha insegnato ai giornalisti che “il semplice fatto di operare in Europa non significa essere al sicuro”, come dimostra anche la recente uccisione ad Atene del giornalista greco Giorgios Karaivaz.
Quanto alle condizioni nelle quali operano i giornalisti a Malta, dice Corinne Vella, “non sono cambiate, non ci sono stati cambiamenti istituzionali” e nel complesso, in Europa, le condizioni per la libertà di stampa “stanno peggiorando”. Se un giornalista non è libero e sicuro, “nessuno è libero e sicuro”, dice ancora Corinne Vella.
Nel frattempo, le inchieste sulla morte di Daphne Caruana Galizia proseguono. Tre i procedimenti in corso, ancora nessun processo. La famiglia della giornalista uccisa si è detta contraria alle richieste di grazia avanzate da alcuni imputati, in cambio delle loro testimonianze. “Giustizia per Daphne Caruana Galizia significa che i suoi assassini non devono essere graziati. I crimini passati non devono essere usati dai killer come una moneta per sfuggire alla giustizia” afferma Corine Vella in un suo recente tweet. “Non dovrebbe esserci alcuna grazia”, ripete la sorella della giornalista uccisa.