Parte il conto alla rovescia per l’avvio della campagna vaccinale anti-influenza. Anche se lo scorso anno “è stata registrata una drastica riduzione dei casi di sindrome simil-influenzali”, il ministero della Salute – nella circolare ‘Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2021-2022’ – evidenzia come “un allentamento delle misure di prevenzione” anti-Covid “può portare a una potenziale co-circolazione di virus influenzali e Sars-CoV-2 e un maggiore impatto sulle popolazioni vulnerabili e sui sistemi sanitari”.
Quest’anno la campagna di vaccinazione antinfluenzale coinciderà con quella anti-Covid e con l’avvio della terza dose del vaccino anti Sars-CoV-2. Su questo il ministero precisa che “il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati”. Occorre quindi spingere sull’acceleratore anche sulle immunizzazioni contro l’influenza soprattutto per “le persone a maggior rischio di complicanze correlate, adulti e bambini con malattie di base, residenti in strutture socio sanitarie e altre strutture di assistenza cronica, persone di 65 anni e oltre, donne in gravidanza e alcune categorie professionali (operatori sanitari, lavoratori dei servizi essenziali”, rimarca il ministero.
Intanto, in Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la determina dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa che autorizza l’aggiornamento, per la stagione 2021-2022, della composizione dei vaccini anti-influenza autorizzati secondo la procedura registrativa nazionale, di mutuo riconoscimento e decentrata.
Il ministero della Salute ricorda che “l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda di riconsiderare la priorità dei gruppi a rischio per la vaccinazione antinfluenzale durante la pandemia Covid-19 per i seguenti motivi: assicurare un controllo ottimale dell’influenza tra i gruppi ad alto rischio di forme gravi di malattia Covid-19 e di influenza. Il ricovero in strutture sanitarie – prosegue la circolare – potrebbe aumentare il rischio di esposizione a Sars-CoV-2 e il successivo sviluppo di forme gravi di Covid-19; diminuire gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri per influenza; ridurre l’assenteismo tra gli operatori sanitari e di altri servizi essenziali per la risposta a Covid-19; assicurare la gestione e l’uso ottimale dei vaccini contro l’influenza stagionale potenzialmente limitati in tutto il mondo”.
“Il cambiamento provvisorio nelle priorità relative ai gruppi a maggior rischio proposto dall’Oms ha il solo scopo di assicurare un controllo ottimale dell’influenza durante la pandemia Covid-19 e non dovrebbe avere un impatto negativo sui programmi di vaccinazione antinfluenzale e di copertura dei gruppi target esistenti, che sono basati sulle politiche nazionali e sulla situazione epidemiologica sia per l’influenza che per Covid-19”, precisa il ministero.
I gruppi a rischio con la massima priorità sono gli operatori sanitari (compresi gli operatori sanitari ospedalieri e quelli delle strutture di assistenza a lungo termine come case di cura, strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali) e gli anziani.
Infine, “poiché permane una situazione pandemica Covid-19, si rappresenta l’opportunità – rimarca il ministero – di raccomandare la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età 6 mesi-6 anni, anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani”, e ribadisce “l’importanza di rafforzare la sorveglianza virologica da parte dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta di tutte le regioni. In tal modo si potrà stimare l’impatto dell’influenza confermata e l’efficacia vaccinale sul campo dei vaccini antinfluenzali, nei soggetti di tutte le età non ospedalizzati”.
Ma non solo. “Al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni”, conclude il ministero.