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Influenza australiana: sembra rallentare dopo aver infettato circa 4,5 mln di italiani

Dopo diverse settimane di grande accelerazione, finalmente l’influenza Australiana sembra iniziare ad accusare una sorta di ‘pausa’, segnando nella media di quest’ultima settimana, molti meno contagi rispetto a quanti registrati sinora.

Influenza australiana: inizia finalmente a rallentare il numero dei casi registrati, ad oggi 4.462.000

A rivelarlo l’ultimo bollettino dei ‘medici sentinella’ della rete Influnet, reso noto poco fa dall’Istituto Superiore di Sanità, dove si legge che rispetto ai 943mila contagi registrati la settimana prima, in questi ultimi 7 giorni gli infettati sono stati circa 917mila, dunque in lieve calo. Certo, impressiona apprendere che, ad oggi, i contagiati sono arrivati 4.462.000. E che, come spiega l’IssSi arresta la crescita. Finora il suo andamento è anticipato con un valore di incidenza nel picco superiore a tutte le precedenti stagioni”.

Influenza australiana: con un’incidenza ‘a macchia di leopardo’, si è accanita contro la fascia d’età 0-4 anni

Per quel che riguarda le regioni più colpite, va detto che l’incidenza dell’influenza australiana ha superato la soglia dimassima intensità” in 6 regioni/province autonome (Piemonte, Pa di Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo. Calabria e Sardegna).

Per quel che riguarda l’incidenza, quest’ultima influenza in particolare si è mostrata particolarmente ‘cattiva’ nei confronti dei bambini. Basti pensare che per quanto riguarda la fascia d’età 0-4 anni, ”l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è pari a 50,62 casi per mille assistiti” quando, rispetto alla media nazionale (ed esteso alla popolazione generale), si attesta invece intorno ai 15,54 casi per mille. A testimonianza dell’efficacia del vaccino antinfluenzale, il fatto che l’incidenza più bassa si rileva proprio nella fascia d’età più avanzata, tra le persone di età pari o superiore a 65 anni: 6,49 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni si registrano invece 27,56 casi per mille assistiti, e nella fascia 15-64 anni 12,81/mille. Quando all’andamento, l’incidenza risulta essere “stabile in tutte le fasce d’età”, rileva l’Iss. Come confermano i dati “risultano tuttavia maggiormente colpite le fasce di età pediatriche e in particolare i bambini al di sotto dei 5 anni“.

Max

 

 

 

 

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Max Tamanti