(Adnkronos) –
Ad aprile sale il carrello della spesa che registra aumenti per gli alimentari e si attesta a +5,7%. L’Istat rileva nei dati definitivi di aprile che i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +5,0% a +5,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +6,5% a +5,8%).
PREZZI AL CONSUMO STABILI SU MESE – Per quanto riguarda l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, l’Istat stima che ad aprile registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6,0% su base annua (da +6,5% del mese precedente). Il dato finale è più basso della stima preliminare che vedeva un aumento annuo del 6,2%.
L’Istituto di Statistica rileva che il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +39,5%) ed è imputabile sia alla componente regolamentata (da +94,6% a +64,3%) sia a quella non regolamentata (da +36,4% a +29,8%). Decelerano anche i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%), quelli dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,0%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%) e dei Beni non durevoli (da +1,3% a +1,9%).
Pertanto, prosegue l’Istat, l’’inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%. Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +8,7%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 punti percentuali di marzo a -6,6). Il lieve calo congiunturale dell’indice generale, aggiunge ancora l’Istat, è dovuto ai prezzi degli Energetici regolamentanti (-12,5%) e, in misura minore, di quelli non regolamentati (-3,9%), la cui diminuzione è in parte compensata dalla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%), degli Alimentari lavorati (+1,6%), degli Alimentari non lavorati (+0,8%) e dei Beni non durevoli (+0,6%).
INFLAZIONE ACQUISITA PER IL 2022 AL 5,2% – L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,4% e del 6,3% su base annua (da +6,8% nel mese precedente); la stima preliminare era +6,6%. L’aumento congiunturale dell’Ipca, a differenza del lieve calo registrato dal Nic, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi in parte anche a marzo e di cui il Nic non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 5,8% su base annua.
INCIDE BONUS ENERGIA – La stima definitiva di aprile accentua il rallentamento dell’inflazione registrato dai dati preliminari. Tale dinamica è imputabile per lo più all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022)”. Le tensioni inflazionistiche continuano tuttavia a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali i Beni durevoli e non durevoli, i Servizi relativi ai trasporti e gli Alimentari lavorati, con la crescita dei prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ che si porta a +5,7%, commenta ancora l’Istat.