I fatti non tradiscono le previsioni preliminari dellIstat sullinflazione che, al lordo dei tabacchi, nello scorso gennaio è diminuita dello 0,2% rispetto al mese precedentemente ma, al contempo, registrando un +0,3% se confrontata al gennaio 2015. Un lieve rialzo influenzato dal recente ridimensionamento della flessione dei Beni energetici non regolamentati(-5,9%, da -8,7% di dicembre) e all’inversione della tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -1,7% di dicembre); questa dinamica è attenuata dal rallentamento della crescita degli Alimentari non lavorati (+0,6%; era +2,3% il mese precedente). Nel settore alimentare non lavorato e di quanto sopra, linflazione di fondo sale a +0,8% (da +0,6% di dicembre)e quella al netto dei soli beni energetici passa a +0,8% (da +0,7% di dicembre). Il ribasso mensile dellindice generale è essenzialmente dovuto alla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici (-2,4%). Linflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4%. Un rialzo quello dellinflazione, spiega il Codacons, che incarna però un”dato insufficiente.I numeri sullinflazione sono ancora deboli e crescono a ritmo eccessivamente lento precisa il presidente Carlo Rienzi – Ciò che piùpreoccupa è tuttaviala brusca frenata del carrello della spesa, che passa dallo 0,9% allo 0,3%. Anche i beni alimentari e quelli più acquistati dalle famiglie subiscono quindi un pesante stop, che non aiuta la nostra economia e non rappresenta un vantaggio per nessuno. E necessario sottolinea ancora Rienzi – per far ripartire linflazione,puntare sui consumi delle famiglie, incentivando gli acquisti attraverso misure specifiche e strutturali, e creando occasioni di acquisto per i cittadini”. Dal canto suo, il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, spiega invece come “Finalmente si raffredda il carrello della spesache passa da +0,9% di dicembre a +0,3%, un terzo rispetto al dato tendenziale precedente. Un aiuto per la massaia che va a fare la spesa al supermercato.Il rallentamento della crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, consente di risparmiare, rispetto al mese precedente,in termini di minor del costo della vita, per una tradizionale famiglia, una coppia con 2 figli,47 euro su base annua”. Ne ha da dire ovviamente anche Coldiretti, la cui analisi non regala certo serenità: “Crollano i prezzi nelle campagne italiane, dal -60% per cento dei pomodori al -30 % per il grano duro fino al -21% per le arance rispetto allanno scorso.In controtendenza allandamento dei prezzi alimentari che fanno registrare una crescita dello 0,6% nei freschi e dello 0,3% nei trasformati,nelle campagne la discesa delle quotazioni al di sotto dei costi di produzione- denuncia Coldiretti -sta mettendo a rischio il futuro della Fattoria Italia. Leffetto congiunto dellandamento climatico anomalo e le speculazioni e distorsioni lungo la filierahanno allargato la forbice dei prezzi dal campo alla tavola. La situazione dei prezzi in campagna sta assumendo toni drammatici anche per gli allevamenti con le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) che ormai da giorni sono scesi ben al disotto della linea di 1,25 centesimi al chilo che copre appena i costi della razione alimentare”.
M.