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Infermiere colpito con una testata da un paziente in un pronto soccorso genovese. L’Ugl Salute: “La misura è colma, vogliamo piangere altri morti?”

Ancora aggressioni. Prima a Battipaglia ora arriva la notizia di un infermiere, in servizio al triage del Pronto Soccorso dell’Ospedale Villa Scassi nel quartiere di Sampierdarena a Genova, colpito da una violentissima testata affibbiatagli da un paziente, un uomo senza fissa dimora, che pretendeva di essere visitato senza registrarsi”.

E’ Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, oltre a quello avvenuto nell’ospedale salernitano di Battipaglia (del quale riferiamo in un altro articolo), a denunciare l’ennesima aggressione subita da un operatore sanitario.

Infermiere picchiato a Genova, l’Ugl Salute: “La misura è francamente colma. Le parole non bastano più servono fatti concreti che vadano oltre quanto fatto fino ad oggi”

Come giustamente denuncia il sindacalista, da sempre sensibile a queste assurde dinamiche, “Non passa giorno che non si legga qualche drammatica notizia. Gli operatori hanno già contato vittime delle violenze nei loro confronti e la misura è francamente colma. Le parole non bastano più servono fatti concreti che vadano oltre quanto fatto fino ad oggi. Si vede che l’approvazione della denuncia d’ufficio per chi si rende protagonista di aggressioni al personale sanitario non scoraggia i malintenzionati.

Infermiere picchiato a Genova, l’Ugl Salute: “Non c’è più tempo da perdere. La misura è colma, non vogliamo piangere altri morti”

Dunque, conclude Giuliano, “Chiediamo che si acceleri al massimo l’istituzione dei presidi di pubblica sicurezza in ogni nosocomio italiano, che vengano montati pulsanti antiaggressione nell’accoglienza dei pronto soccorso e nei reparti, che i professionisti vengano dotati di body cam. E alle lodevoli giornate di formazione in comunicazione, che tanti ospedali stanno predisponendo – conclude il sindacalista.- si aggiungano corsi pratici di autodifesa per tutti i lavoratori. Non c’è più tempo da perdere. La misura è colma, non vogliamo piangere altri morti”.

Max