Per sottrarre un anello in oro con un rubino e piccoli diamanti e una fede nuziale a una paziente ricoverata in Neurochirurgia all’ospedale Vito Fazzi, a Lecce, un infermiere professionale avrebbe iniettato alla donna un medicinale a base di benzodiazepine, assimilato alle droghe, facendola cadere in un sonno profondo. Al risveglio la donna si è accorta del furto e ha denunciato i fatti alla polizia, che ha arrestato l’infermiere, Emanuele Sabato, quarantenne di Casarano -Lecce-, con le accuse di rapina aggravata, peculato e detenzione di sostanze stupefacenti.
Nell’abitazione dell’uomo, che è stato condotto in carcere, sono stati trovati i due anelli della donna. E nel suo armadietto all’interno dell’ospedale sono state sequestrate alcune fiale di medicinali, a uso esclusivamente ospedaliero, a base di benzodiazepine, da cui l’accusa di peculato. Secondo le indagini della squadra mobile, l’infermiere ha iniettato con un’agocannula il farmaco alla donna, ricoverata a seguito di una caduta, con il pretesto di pulire l’ago e di predisporlo per il prelievo di sangue della mattina successiva. Subito dopo la donna è caduta in un sonno profondo, per lei inconsueto. Al risveglio si è accorta di essere stata derubata.
Alla sua richiesta di aiuto si è presentato nella stanza lo stesso infermiere della sera precedente, che al racconto della signora ha risposto dicendo: “Sono ricordi, no? Hanno valore affettivo”. L’uomo ha usato il plurale, insospettendo la donna che aveva soltanto lamentato la mancanza dell’anello con rubino. Da qui la denuncia e le indagini della polizia, che hanno portato all’arresto dell’uomo. Sono in corso ulteriori indagini in relazione ad altri episodi simili segnalati in passato dal dirigente della Neurochirurgia.
Federica Manetto