Quel posto felice e colorato che nei secoli, prima attraverso le avventurose proiezioni salgariane, e poi nella spiritualità umanistica degli Hippy, insegnava attraverso Gandhi il senso alto della vita, non esiste più. Oggi l’India raccontata dettagliatamente da Parise e Terzani è antropologicamente incomprensibile: tra tecnologia ed innovazione, è costretta tuttavia a dover fare i conti con una ’deriva’ culturale a dir poco ’selvaggia’. Ne sono testimonianza i continui stupri che ’promuovono’ un’immagine orribile del suo entroterra. Per noi poi, dopo la vicenda dei due Marò, è tutto da rivedere. Oltretutto, ciò che apprendiamo in queste ore, raggiunge livelli di follia ’mistica’ ripugnanti. ’Teatro’ dell’ennesimo, vergognoso accadimento, un piccolo villaggio di Pokuru, sito nel distretto Prakasam dell’Andhra Pradesh. Qui è stato decapitato un bimbo di appena 4 anni per poi ’donarlo’ in sacrificio alla Dea Kalì. Rinvenuto il corpicino senza testa, la folla inferocita ha rintracciato l’autore dell’orrido fatto – una ’bestia’ di 35 anni – tale P Tirumala Rao. Dopo averlo percosso gli abitanti del villaggio lo hanno legato ad un albero e quindi dato alle fiamme. Incredibilmente però, grazie alla polizia, è stato salvato ed ora versa in gravissime condizioni in ospedale, con ustioni del 40% sul corpo. Rapito dalla bestia mentre tornava da scuola, secondo la polizia il bimbo sarebbe stato prima strangolato (ma potrebbe essere una versione raccontata per ’addolcire’ l’efferatezza del gesto), e quindi decapitato con una falce. Secondo la mente malata del 35enne, offrendo il sangue innocente alla dea hindu Kali, per riconoscenza ne avrebbe goduto in poteri occulti e ricchezza. L’induismo in India ha una tradizione secolare di sacrifici umani per placare le divinità, ottenere la prosperità o tenere lontano il male. Altrettanto era accaduto a maggio quando, una folla inferocita, ha linciato un’altra bestia che aveva decapitato un bimbo di 5 anni in una piantagione di tè nel distretto di Sonitpu, nello Stato di Assam.
Emmetì