Nell’ambito della già di per se crudele e spietata invasione russa a danno dell’Ucraina (che solo tra i civili in 9 giorni ha già contato oltre 2mila morti, 100 de quali bambini), ha destato grande impressione il missile che la notte scorsa le truppe di Mosca hanno esploso a danno della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia.
Un ovvio gesto ‘dimostrativo’, le cui conseguenze erano state senz’altro calcolate, che ha comunque consentito ai russi di prenderne il controllo.
Oltretutto, a tranquillizzarci circa le conseguenze dell’incendio seguito, quanto affermato dall’Agenzia internazionale per l’energia nucleare (Aiea), secondo cui “non c’è stato nessun rilascio di radiazioni nell’ambiente”.
C’è però da dire che, al di là delle rassicurazioni, quanto accaduto, oltre che a risvegliare in noi ‘i fantasmi di Chernobyl’, rilancia prepotentemente l’altissima probabilità di ‘un pericolosissimo incidente’. Tuttavia, situazioni come quelle già vissute con Chernobyl, rassicura il presidente dell’Associazione di fisica medica e sanitaria (Aifm), Carlo Cavedon, “sarebbero gestibili. Abbiamo gli strumenti e le professionalità adeguate. Sia a livello nazionale che locale, nelle singole Regioni”.
Secondo l’esperto, qualora dovesse ripetersi una simile emergenza, “che ci auguriamo non accada mai, l’Italia può avvalersi del ‘Piano delle emergenze radiologiche’, che è ben normato e che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri e quindi al Dipartimento della protezione civile. E ci sono molte esperienze e competenze negli ospedali, anche per quanto riguarda la nostra figura. Noi siamo fisici, specializzati in fisica medica e ci occupiamo di tutto quel che riguarda l’uso degli agenti fisici in medicina. E per questo abbiamo competenze anche per la valutazione dei rischi dovuti alle sostanze radioattive, cosa che può avvenire in caso di incidenti nucleari”.
Dunque, conclude il presidente dell’Associazione di fisica medica e sanitaria, quanto verificatosi con l’attacco alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia “ci lascia sgomenti. Ci occupiamo dell’uso degli agenti fisici per la salute delle persone, con un fine pacifico e benefico. Anche per questo, un utilizzo che mette in pericolo le persone ci sgomenta”.
Max