Un avvallamento provocato da una voragine rattoppata, una sorta di scalino sull’asfalto di Corso Francia. A 50 metri di distanza, il pomeriggio del 7 aprile, il diciannovenne Leonardo Lamma ha perso la vita schiantandosi con la sua moto. I genitori del giovane ora chiedono verità, vogliono sapere come siano andate realmente le cose.
La procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, perché secondo la ricostruzione di un testimone, la moto di Leonardo avrebbe sbandato dopo aver preso quel dosso rattoppato. E a confermare questa ipotesi potrebbero essere altri tre testimoni che hanno assistito alla scena più i video di due telecamere che verranno esaminati oggi.
La voragine incriminata era stata rattoppata la prima volta il 28 marzo, a seguito di una segnalazione, e ancora una volta la notte del 7 aprile, poche ore dopo la morte di Leonardo Lamma. Un tempismo che fa discutere: “La strada doveva essere sequestrata, ora effettuare i rilievi è complicato”, ripetono i consulenti di parte nominati dalla famiglia.
L’avvallamento provocato dalla voragine rattoppata ora non c’è più, poche ore dopo l’incidente quel tratto di asfalto era stato già rifatto e ora effettuare verifiche è difficile: “Sono rimasta sorpresa quando ho visto gli operai a lavoro proprio in quel punto”, ha detto in un’intervista al Messaggero Paola, la mamma del giovane Leonardo. Il dramma del diciannovenne riporta alla mente la morte di Gaia e Camilla, falciate da un suv la notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019, sempre a Corso Francia.