(Adnkronos) – “S
e qualcuno legge il provvedimento vede la mia totale estraneità: in sei pagine il mio nome non compare mai. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e nella serietà della procura di Milano. All’inizio il mio nome non è stato neanche fatto tra quello degli indagati, perché era chiaro da subito che non c’entravo nulla”. Lo dice all’Adnkronos Chiara Valcepina, consigliera comunale di Milano e candidata per FdI alle prossime regionali in Lombardia, che torna a respirare all’indomani della richiesta di archiviazione firmata dalla procura di Milano per la cosiddetta lobby nera. Lei, insieme all’europarlamentare Carlo Fidanza e ad altre sei persone, era indagata per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio.
Un’inchiesta che nasce da un giornalista-infiltrato di Fanpage che riprende appuntamenti della campagna elettorale e prova a svelare l’esistenza di finanziamenti illeciti. “Quando ho visto il servizio televisivo mi è mancato il fiato, ancora oggi faccio fatica a vedere quelle immagini trasmesse da Piazzapulita. Ero assolutamente serena e tranquilla di non aver fatto nulla, ma quando ho visto quei taglia e cuci, quella costruzione faziosa, quelle forzature su frasi magari inopportune ma goliardiche, mi sono chiesta perché si è scelto non di informare ma di fare un video spazzatura che mi ha fatto male e lo ha fatto alla mia famiglia” spiega l’esponente politica che riguarda i suoi avvocati Angelo Pariani e Raffaele Della Valle “persone splendide la cui esperienza e umanità sono state fondamentali”.
“Mi hanno trasformato in un mostro, ma io ho un’altra storia: sono un avvocato, sono una professionista, sono stata consigliera dell’ordine degli avvocati di Milano, ho fatta militanza nella politica forense con abnegazione, ho scritto libri. Alla mia prima discesa in campo mi sono trovata vittima di un sistema mediatico costruito e messo in onda a due giorni dal voto”.
Un’inchiesta giornalistica diventata poi indagine della magistratura ora su un binario morto, ma con un “danno enorme dal punto di vista personale e politico. La mia famiglia mi è rimasta accanto, così come i veri amici. Ho vissuto mesi con il cuore in gola e per 15 giorni ho avuto i giornalisti sotto caso. Non è ammissibile che la prima volta che sono candidata a Milano per il consiglio comunale dopo una carriera di correttezza nell’avvocatura debba essere martoriata per il nulla. Sono contenta che finalmente la mia estraneità sia lì da leggere, il resto sono valutazioni che farò a mente lucida dopo le regionali perché questo paese merita un giornalismo diverso”. Dolore e fango di cui restano cicatrici ancora vive, ma che non fermano Chiara Valcepina pronta a essere eletta in Lombardia.
“Prima del mio debutto in consiglio comunale sono stata contestata e attaccata anche dal sindaco Giuseppe Sala, ma io ho tenuto la testa alta: sono una persona perbene che ha dimostrato di non aver nulla da nascondere o di cui vergognarsi e Sala si è ricreduto subito. A Palazzo Marino ho lavorato duramente dimostrando i miei contenuti e i miei valori, per questo ho accettato la candidatura per la corsa alle elezioni regionali e sono convinta di voler portare avanti le mie idee e la mia onestà politica. E’ importante per il centrodestra supportare Fontana, che ha fatto un buon lavoro in anni particolari e difficili, e voglio far vedere ancora chi sono, aiutare il partito mettendo a disposizione le mie competenze”, spiega l’esponente di Fratelli d’Italia.
Una scelta non a cuor leggero, ma ben meditata già a partire dallo scorso novembre dopo l’insediamento del nuovo governo di centrodestra. “L’inchiesta lobby nera mi ha sconvolto la vita, ma ha danneggiato anche Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Ho avuto l’onore di conoscerla e si è dimostrata una grande donna che ha capito tutto di me, mi ha detto con una battuta ‘io a te già ti conosco’”. La campagna elettorale si annuncia degna di appuntamenti, ma Chiara Valcepina avverte: “Questa storia mi ha insegnato a guardarmi le spalle, ora sono più attenta a chi mi sta accanto”.